La Terapia Intensiva Neonatale apre le porte 24 ore su 24 ai genitori dei piccoli ricoverati. Succede all’ospedale San Donato di Arezzo dove sono 230 i neonati che vengono ricoverati nel Reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, 60 di loro sono sottoposti a cure intensive. Il ricovero è necessario per i nati prematuri o di basso peso, per problemi di adattamento alla vita extra uterina o per accertamenti per varie condizioni segnalate durante la gravidanza.
Parto prematuro, accoglienza e vicinanza alla famiglia Un parto prematuro o la nascita di un neonato con patologia è un’esperienza forte, sconvolgente, difficile da affrontare. Il bimbo non è pronto per nascere, ma anche la sua mamma non è pronta per questa separazione. È un trauma per entrambi, un’esperienza difficile laddove ci si aspettavano tanta gioia e momenti di festa. Il timore per la salute del bambino, l’impossibilità di occuparsi di lui, il fatto di vederlo diverso da come lo si immaginava, scatenano una tempesta di emozioni contrastanti nella mente e nel cuore della famiglia. Per questo da tempo il reparto ha messo in campo una politica di accoglienza e vicinanza alla famiglia, applicando i principi della “Care”, il cui significato è “prendersi cura” globalmente, cioè non solo con la medicina convenzionale fatta di indagini e trattamenti. Alcuni esempi sono la promozione dell’allattamento materno, la marsupioterapia (con quale il bambino ritrova la protezione e il conforto che ha sperimentato nel grembo materno e riconosce il profumo e il battito del cuore della madre riscaldandosi grazie al tepore del suo corpo), le coccole, il controllo del dolore non farmacologico, la musicoterapia, fino al coinvolgimento della famiglia nel processo di cura. Tutto questo oggi è stato consolidato dalla scelta del reparto aretino di dare la possibilità ai genitori di stare vicino al proprio bambino in ogni momento della giornata.
Il direttore Magi: «Con la famiglia per un’alleanza terapeutica» «Stabilire con la famiglia un’alleanza terapeutica – spiega il direttore della Terapia Intensiva Neonatale, Letizia Magi – consente uno sviluppo neurologico e globale del neonato più veloce e nelle migliori condizioni possibili, ovvero con i propri genitori. Sono stati riscontrati infatti, minori problemi di termoregolazione, una riduzione delle crisi respiratorie, miglioramenti nel ritmo cardiaco. Anche l’avvio alla lattazione avviene prima e si riducono così i tempi di degenza».