«Siamo ancora lontani da un’Azienda unica». Così Fp Cgil Toscana e Fp Cgil Firenze-Prato-Pistoia che attraverso una nota lanciano l’allarme sulla situazione di Alia, il gestore dei rifiuti della Toscana Centro.

Schemi vecchi e campanilismo «Persistono incomprensibili resistenze a ragionare e programmare, in un’ottica di Area Vasta, prevalendo schemi vecchi e di tipo campanilistico – si legge nella nota – . Una mancata visione complessiva che tenga conto delle peculiarità dei singoli territori e dei servizi da svolgere. Relazioni Sindacali che riescono ad affrontare i problemi solo se viene chiamato in causa l’Amministratore Delegato, perché le singole Direzioni, ad oggi, non sono in grado di risolvere nessuna problematica, ed i lavoratori hanno organizzazione e trattamenti diversi, a seconda di chi è il proprio Dirigente. Forse, anziché scontrarsi sulla modalità di erogazione del servizio, sarebbe bene che i proprietari dell’Azienda si preoccupassero di avere un progetto serio che tenga conto di equilibri economico/finanziari, qualità del lavoro, salute e sicurezza di chi vi opera, servizi resi alla cittadinanza, Impianti che servono alla raccolta che viene effettuata».

«Obiettivo risparmio sulle spalle dei lavoratori» «Non è più tollerabile quello che sta succedendo – proseguono i sindacati – , dove, in barba a Protocolli sottoscritti da sindacati e Anci Toscana, e ignorando il dettato contrattuale, si continua ad appaltare servizi prettamente manuali come il porta a porta, dove l’unico obiettivo è il risparmio. Il risparmio in questi casi, lo pagano i lavoratori con minore retribuzione, minori tutele, condizioni di lavoro peggiori, e lo pagano i cittadini con un servizio meno efficiente. Non è più tollerabile che nessuno si preoccupi di un’emergenza smaltimento con cui, ormai da mesi, Alia deve fare i conti e che ancora non è chiaro quanto costi agli utenti, sia economicamente sia in termini ambientali. Non una parola su come uscire da questa situazione, che inevitabilmente deve essere affrontata, perché è impensabile continuare a cambiare sistemi di raccolta, senza nessun intervento sugli impianti esistenti per consentire un vero riciclo, recupero e smaltimento finale. Questo ci aspetteremmo da chi si candida a governare i territori compresi nell’Ato Toscana Centro. Invece, in ogni programma, la ricerca è il consenso elettorale, senza avere una visione futura dell’ambiente, della sua tutela, e di chi opera in questo settore. La storia ci insegna che i risparmi sui servizi, e la mancata lungimiranza sulla chiusura del ciclo dei rifiuti oggi, verranno pagati a caro prezzo domani, da parte di tutti. Noi abbiamo le idee chiare, sarebbe indispensabile che la politica avesse più coraggio».