PRATO – Energia quanti mi costi. Quello che può sembrare uno slogan pubblicitario di vecchia memoria, è la realtà presente di molti imprenditori.
Tra quelli più in difficoltà, chi è impegnato nel settore tessile pratese. In questo ambito le aziende considerate energivore sono 2.500 (circa il 76% del totale): quota che lancia Prato al primo posto tra le aree tessili italiane per consumi di energia elettrica, sfiorando da sola il 15% del totale nel settore. “La situazione è estremamente grave e se lasciata a se stessa rischia di portarci al disastro – ha affermato Francesco Marini, imprenditore tessile e componente il Consiglio di presidenza di Confindustria Toscana Nord -. Già prima di questa crisi le imprese italiane lamentavano il 30% di costi energetici in più rispetto ai concorrenti europei. Ora questo gap è diventato, almeno rispetto ad alcuni paesi, ancora più ampio e l’Italia ha uno dei costi energetici più alti d’Europa”.
E ancora, esortando la politica a intervenire: “Non dimentichiamo che anche la domanda non è certo in fase espansiva, con l’Europa che arranca e gli Stati Uniti in recessione tecnica. In questa situazione ci aspettiamo da parte della politica attenzione massima e immediata. Sia chi siede nel Parlamento uscente sia chi è candidato a entrarvi ci dica cosa intende fare e si faccia portavoce anche delle intenzioni delle rispettive forze politiche. Non è vero che non si può fare nulla. Altre nazioni stanno adottando misure che portano dei benefici: aiuti di Stato diretti alle aziende, prezzi amministrati per parte delle forniture, tetti ai prezzi dell’energia elettrica”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Sarti, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord: “Abbiamo bisogno di risposte immediate. Anche perché una caratteristica propria del tessile è la stagionalità: se perdiamo opportunità di mercato in determinati momenti dell’anno poi quegli ordini non arrivano più. Il nostro settore ha anche questo problema, oltre a quello più generale condiviso con tutti. Occorre che nei prossimi mesi il tessile possa avere energia elettrica e gas a prezzi accettabili e disporne senza limitazioni. Da qui l’urgenza di provvedimenti che attenuino la pressione sulle nostre imprese”.