Agricoltura biologica, attenzione e incentivi della Regione Toscana nel recente passato svaniranno nel nulla? E’ il grido di allarme dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena che ha accolto le preoccupazioni delle numerose aziende senesi in attesa di risposte inderogabili alla vigilia della scadenza del Psr, Piano di Sviluppo Rurale, 2014-2020.
«Solo tra i nostri associati – spiega Gianluca Cavicchioli, direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena – nel primo anno ci sono state 112 aziende rientrate nella graduatoria della misura 11 “introduzione e mantenimento dell’agricoltura biologica” e che hanno potuto contare su circa 2,5 milioni di euro complessivi annui sul totale dei 23 milioni di euro di contributi per tutta la Toscana previsti dal Piano. Risorse già investite nelle produzioni biologiche di qualità sul nostro territorio e che hanno generato anche indotto. Che fine fanno ora questi investimenti senza nessuna garanzia sul futuro? – chiede Cavicchioli – La Regione crede ancora nel biologico e nei nostri produttori?».
Programmare significa investire, sottolinea l’Upa Siena, e la programmazione colturale dell’annata agraria si fa a dicembre sia per una questione contabile che per un aspetto prettamente agronomico. «Il buon senso auspica la prosecuzione degli impegni presi – prosegue Cavicchioli – e la garanzia alle aziende che intendono approcciarsi al biologico, così come previsto anche dalla politica agricola comunitaria. La proroga di un anno o lo stanziamento ridotto delle risorse non sarebbero certo la risposta adeguata quanto casomai un “fuoco di paglia”. Né tantomeno la decisione di posticipare qualsiasi decisione di un anno superando le imminenti elezioni regionali. La situazione è preoccupante – conclude il direttore di Upa Siena – e le mancate scelte incidono pesantemente sui conti economici e soprattutto sulle scelte produttive già minate da incertezze legate alla burocrazia, alla fauna selvatica e alle condizioni meteorologiche».