Mps non ha allo studio un ‘piano B’ nel caso in cui il piano di cessione delle sofferenze e l’aumento da 5 miliardi di euro non dovessero andare in porto. «Ad oggi, non sono allo studio operazioni alternative», si legge nelle integrazioni ai documenti predisposti da Mps per l’assemblea del 24 novembre su richiesta della Consob. L’istituto senese rende anche noto di aspettarsi una adesione all’offerta di conversione volontaria dei bond subordinati in azioni per un valore nominale di 1.057 milioni di euro su 4.289 milioni di euro di bond destinatari della proposta. Mentre il costo del salvataggio viene stimato in 448 milioni. Sul tema della conversione un contributo è atteso anche dalle Generali, titolari di bond per circa 400 milioni di euro.
Approfondimento delle autorità di vigilanza L’ispezione della Bce presso Mps, oggetto di richiamo di informativa da parte dei revisori dei conti, «ha per oggetto l’esame della quasi totalità del portafoglio». Nell’ambito dell’attività ispettiva «è in corso una credit file review inerente alcune posizioni creditizie oggetto di specifico approfondimento da parte dell’Autorità di vigilanza». È quanto precisa Mps nell’integrazione alla documentazione assembleare richiesta dalla Consob. Gli «esiti finali» dell’ispezione sono attesi «nella prima metà del 2017».
Analisi dei Npl Qualora l’operazione di pulizia del bilancio di Mps dai crediti deteriorati fosse già stata realizzata prima del 30 settembre scorso, l’istituto senese avrebbe chiuso i primi 9 mesi del 2016 con una perdita di 4.185 milioni di euro. È quanto emerge dai prospetti contabili pro-forma predisposti da Mps su richiesta della Consob per illustrare gli effetti dell’operazione di ristrutturazione del Monte sui risultati della banca. Tra i costi più significativi dell’operazione, che verranno destinati alle banche che assistono Mps, capitanate dagli advisor Jp Morgan e Mediobanca, figurano i 179 milioni di euro relativi ai due finanziamenti subordinati e i 170 milioni di euro per l’aumento di capitale. Altri 69 milioni sono connessi alla cartolarizzazione e 22 milioni all’operazione di conversione dei bond. L’obiettivo dell’ispezione, spiega Mps, «è di condurre una verifica sul processo di gestione del rischio di credito e sul sistema di controlli di vario livello». L’attività ispettiva, che «ha per oggetto l’esame della quasi totalità del portafoglio», «si concentra, secondo quanto comunicato alla Banca dalla Bce» sulla «classificazione del rischio di credito per l’intero portafoglio crediti”, sugli “accantonamenti effettuati», sulla «revisione dei valori dei collaterali inerenti le esposizioni non performing» e sui «controlli di primo, secondo e terzo livello relativi alla valutazione del rischio di credito».