FIRENZE – Nei primi otto mesi del 2023 i flussi turistici in Toscana non sanciscono il definitivo superamento della soglia psicologica dell’ammontare delle presenze turistiche in Toscana rispetto al 2019 (-2%). Da “recuperare quel milione di pernottamenti ufficiali su base annua che separano la domanda turistica regionale presente da quella che caratterizzava il turismo pre-Covid”. Così Irpet sui flussi turistici in Toscana nei primi 8 mesi di quest’anno.
In particolare la crescita tendenziale delle presenze, registrata nel 2022 e accentuata nei primi 5 mesi del 2023 (+23,1%) si è ridimensionata durante l’estate, determinando sul complesso degli 8 mesi di quest’anno un aumento contenuto del +5,3%. A trainare la crescita è la componente internazionale (+14,7%), dove ad aumentare in misura consistente è tuttavia soltanto il segmento extra-europeo (+50%), a cui resta il maggior terreno da recuperare rispetto ai livelli pre-Covid (-10,5% sul 2019): rimbalzano in particolare Corea del Nord (+285%), Giappone (+282%), Australia (+182%) Cina (+179%), India (+99,7%), ma anche i principali dell’America centrale e meridionale, Brasile (+95.5%), Messico (+77,5%), Argentina (+58,6%). Quanto alle presenze statunitensi, nei primi 8 mesi aumentano del 35,7%. Cresce assai meno la componente europea (+2,7%), la cui importanza è cruciale.
Confermate le preoccupazioni rispetto alla debolezza dei mercati nazionale e interno: le presenze di toscani in Toscana diminuiscono di circa il -4,2%, e del -3,7% quelle dal resto d’Italia: Le ragioni? “Per le fasce meno abbienti la riduzione del consumo turistico o la scelta di mete alternative più a buon mercato è una risposta adattiva alla diminuzione dei budget disponibili”, per le altre “la riapertura completa dei mercati internazionali” determina “una scelta diversa dall’Italia”. Sulle destinazioni le città d’arte registrano nei primi 8 mesi del 2023 la più vivace dinamica congiunturale (+17,8% sui primi 8 mesi del 2022), pur restando le più lontane (Firenze su tutte) dal recuperare i livelli del 2019 (-10,3%). Sia le aree collinari che balneari hanno poi già colmato il divario rispetto al periodo pre-pandemico (+0,8% e +7,1% rispettivamente).
“Se guardiamo al complesso dei primi 8 mesi del 2023 – osserva Irpet -, emergono tre componenti rilevanti per recuperare quel milione di pernottamenti ufficiali su base annua che separano la domanda turistica regionale presente da quella che caratterizzava il turismo pre-Covid. La prima componente, quantitativamente più importante, è rappresentata dai mercati asiatici”, quelli dell’Est europeo rappresentano “una seconda componente rilevante”. Un elemento di “particolare preoccupazione “è invece costituito dalla frenata decisa del turismo interno nonché del turismo più propriamente domestico dei toscani in Toscana” a cui “si aggiunge la preoccupazione per quella del turismo mitteleuropeo”. In conclusione il sistema turistico toscano, “ha davanti a sé opportunità e sfide rilevanti, e dipenderà, in parte ma non in tutto, dalla sua capacità di rispondere alle mutate caratteristiche ed esigenze della domanda, se sarà in grado di riprendere nei prossimi anni il sentiero di crescita dello scorso decennio”.