Ancora un anno. All’incirca è questo il periodo di tempo che dovranno attendere gli abitanti di Isola del Giglio prima di non scorgere più di fronte al Porto il relitto della Costa Concordia naufragata lo scorso 13 gennaio. La conferenza dei servizi guidata dal commissario delegato per l’emergenza, Francesco Gabrielli, ha dato il nulla osta per far partire le operazioni di rimozione del relitto: approvato il progetto di Costa Crociere, sarà il consorzio italo-americano Titan-Micoperi ad attuare quello che da molti viene definito come il ‘recupero del secolo’, un intervento unico e spettacolare nella millenaria storia della navigazione. Un’operazione assolutamente unica e inedita perché mai in precedenza era accaduto che una ‘città navigante’ come la Concordia (300 metri di lunghezza e 50mila tonnellate di peso) potesse tornare a navigare intera e non attraverso lo spezzettamento dello scafo della nave.
 
Le tappe Il cantiere sarà operativo da subito e l’impresa sfiora il valore dei 300 milioni di dollari. In sostanza si procederà a istallare sulla fiancata destra della nave, quella inabissata, una piattaforma sottomarina su cui far appoggiare lo scafo. Successivamente verranno inseriti sulla piattaforma dei cassoni grandi come dei container che verranno riempiti prima di acqua per riportare in asse la nave e successivamente di aria per permetterle di stare in linea di galleggiamento. E quindi al via con i sondaggi e le ispezioni dei siti e dei fondali che circondano la Concordia che si dovrebbero concludere il 31 luglio. A fine agosto il relitto verrà messo in sicurezza per permettere, entro metà novembre, l’istallazione dei cassoni di spinta e della piattaforma sottomarina. Da lì partirà la messa in asse della Concordia mentre, a dicembre, altri cassoni (pieni di aria) dovranno essere posti sul lato destro della nave per arrivare, orientativamente a metà gennaio 2013, al completo galleggiamento della nave. Il 31 gennaio 2013 la Concordia dovrebbe rientrare in porto, per il 30 aprile del prossimo anno è prevista la completa bonifica degli scogli dove il relitto si è adagiato lo scorso gennaio.
 
Impatto ambientale «Nessuno pensi di operare per la rimozione della Costa Concordia sull’isola senza tenere presente che le priorità, ambientali, economiche e sociali, sono e rimangono quelle del Giglio. C’è un consorzio di società, di cui abbiamo preventivamente valutato la corrispondenza del progetto alle attese della popolazione, che è stato indicato come vincitore della gara e che dovrà dimostrare nei fatti più che nelle parole le proprie capacità eseguendo i lavori a regola d’arte e nei tempi stabiliti». Con queste parole il sindaco del Comune di Isola del Giglio Sergio Ortelli (leggi) ha commentato la vincita da parte di Titan-Micoperi del bando di gara per la rimozione della Costa Concordia. Il consorzio istituito per la rimozione del relitto ha infatti dovuto rispondere ai 40 quesiti  posti dal Ministro delle politiche ambientali Clini, fornendo ulteriori prescrizioni e linee guida per la prevenzione e la riduzione dell’impatto ambientale che la rimozione potrà avere sulle acque del Giglio. La fase più delicata sarà quella della messa in asse che è in programma tra la fine del 2012 e i primi giorni del 2013. Titan-Micoperi si impegna a rifornire inoltre la popolazione gigliese di acqua potabile vista la grande vicinanza all’unico porto isolano, così come garantisce la sospensione dei lavori nel caso venissero avvistati nelle acque di fronte al Giglio dei cetacei. «Si è fatto molto per ridurre i contraccolpi sull’Isola – ha detto Giampiero Sammuri, presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano -. Occorrerà un monitoraggio costante su tutte le operazioni di recupero».

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