FIRENZE – Si preannuncia una stagione complicata sul fronte oleario a livello di raccolto. In ogni caso la compagna olivicola in Toscana è al via.

Sono 36 mila le aziende impegnate nella raccolta dove le condizioni climatiche sfavorevoli con tanta pioggia nel periodo dell’impollinazione ed il prolungato caldo torrido, ridurranno la produzione di olio che dovrebbe attestarsi intorno alle 12 mila tonnellate ma molto dipenderà dalle rese. Molto meglio sul fronte della qualità: la conferma arriva dalle prime spremiture che hanno già fatto intuire livelli di grandissima eccellenza del nuovo extravergine Made in Tuscany.

Lo scorso anno, grazie ad una buona annata, gli olivicoltori avevano portato in frantoio quasi 130 mila tonnellate di olive per una produzione complessiva di poco meno di 18 mila tonnellate di olio di oliva tra convenzionale e biologico. Numeri che sarà, visti i presupposti, difficile ripetere soprattutto a causa dello sbilanciamento tra le zone costiere dove gli olivi si presentano carichi, e le zone interne dove lo sono meno.

Sono 91 mila gli ettari di superficie ad oliveto Toscana in crescita (+8%) anche grazie al recupero di olivete abbandonate e a nuovi impianti. Cinque le DOP e IGP degli oli extravergini di oliva, registrate dall’Unione Europea, che si riferiscono a zone di produzione comprese nel territorio regionale: Toscano IGP, Chianti Classico DOP, Terre di Siena DOP, Lucca DOP, Seggiano DOP. L’olivicoltura è una delle coltivazioni più diffuse su tutto il territorio regionale. I maggiori territori a vocazione olivicola sono la provincia di Firenze con 82 frantoi ed una produzione di olio nel 2022-2023 di quasi 5 mila tonnellate seguita da Grosseto con 72 frantoi e 3.540 tonnellate, Arezzo con 41 frantoi con 2.349 tonnellate e Siena con 57 frantoi e 2.148 tonnellate.