Amministrazione comunale e squadre di caccia al cinghiale fianco a fianco nelle politiche e nelle attività di programmazione venatoria e di tutela ambientale. Nei giorni scorsi è stato riconfermato, con reciproca soddisfazione, l’accordo tra le parti e che ripropone in larga parte i contenuti di quello sottoscritto nel 2005 e che innescò un processo di fusioni tra le diverse squadre di caccia al cinghiale, producendo una semplificazione nella suddivisione del territorio vocato alla caccia al cinghiale ed una facilità di rapporti non solo con il Comune ma anche fra le squadre stesse. Con questo accordo, la gestione del territorio e le implicazioni che l’esercizio venatorio comporta, divengono materia concordata tra le parti: l’individuazione delle zone e la loro gestione, il problema del rispetto della ztl dei boschi, il tema più generale del controllo delle aree boscate e della segnalazione di eventuali problemi formano materia di discussione di approfondimento tra le squadre stesse e l’amministrazione comunale, al fine di risolvere le questioni nell’interesse generale del territorio e dell’attività venatoria. «Com’è noto – ha sottolineato il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi -, la caccia al cinghiale è diventata, nel tempo, non solo l’esercizio di un’antica tradizione ma una necessità impellente per il territorio, visto il proliferare degli ungulati nei nostri boschi ed i conseguenti e significativi danneggiamenti che essi provocano alle nostre colture agricole di pregio, per non parlare della pericolosità che rappresentano per la viabilità e per l’alterazione degli ecosistemi. Per questo l’attività delle squadre non si limita alle stagioni venatorie annuali previste dai calendari, ma si estende per tutto l’anno con interventi concordati con l’amministrazione comunale, l’A.T.C. 17, il Comitato di gestione delle riserve di ripopolamento e con altri organismi».
Con il Comune le squadre hanno collaborato, per esempio, nell’allestimento delle aree di sosta attrezzata attorno al Parco Naturale di Castelvecchio, di cui possono usufruire tutti i frequentatori dei boschi, oltre alla manutenzione di strade e  sentieri. Inoltre, le squadre di caccia al cinghiale operano su richiesta dei proprietari terrieri per interventi di bonifica nelle cosiddette “zone bianche” per prevenire o limitare i danni alle colture. In questo ambito di attività si inserisce anche l’opera di semina dei cereali, di alimentazione di pozzi d’acqua e di recinzione al fine di contenere la popolazione ungulata nelle zone boschive, evitando che essa migri in aree coltivate del territorio.