Un manifesto in difesa dei piccoli comuni italiani per «aiutarli a vivere, non a morire». E’ quello firmato da tredici sindaci della provincia di Siena e approvato dal Consiglio comunale a maggioranza con l’astensione delle minoranze. «Il modo in cui oggi molta parte della classe politica italiana affronta il tema delle fusioni dei comuni – si legge nel documento – proponendone in alcuni casi l’obbligatorietà per legge, in altri promuovendo processi che ne sanciscono l’obbligatorietà di fatto, segna un insostenibile attacco alle autonomie locali ed all’esistenza stessa dei piccoli comuni». Oltre a Monteriggioni hanno già approvato il documento Chiusdino e Chianciano Terme. Nelle prossime settimane lo approveranno Casole d’Elsa, Castiglione d’Orcia, Cetona, Piancastagnaio, Pienza, Radicofani, Radicondoli, San Casciano dei Bagni, San Gimignano e Trequanda. «Anche se Monteriggioni ha un numero di abitanti poco sotto i 10mila – ha detto il Sindaco Raffaella Senesi – il Consiglio comunale ha ritenuto giusto approvare il manifesto a sostegno dei comuni sotto 5.000. Le fusioni. Infatti, devono essere condivise e non possono in alcun modo essere imposte. Ci troviamo di fronte a proposte che non tengono conto delle profonde differenze tra le aree del Paese, che conta Regioni come la Lombardia con un numero di comuni pari a 1.500 con una media di 6.500 abitanti o il Piemonte con i suoi 1.200 comuni con una media di 3.600 abitanti, ed altre come la Toscana che invece ne conta 279 con una media di 13.450». «Un attacco – recita il documento – condotto sulla base di un approccio contabile-amministrativo che, non solo non tiene conto di altre dimensioni, ma soprattutto non si fonda su alcuna evidenza oggettiva di dati economici e finanziari. In una fase storica come quella che stiamo vivendo, caratterizzata dal progressivo allontanamento dai cittadini dai luoghi decisionali, dall’irruzione dei poteri economico-finanziari nei processi di governo, dal diffondersi di sentimenti diffusi di antipolitica che alimentano i populismi, è necessario un rafforzamento del ruolo dei comuni, cioè – concludono – l’esatto contrario del loro smantellamento».
«Le necessarie e improrogabili politiche di razionalizzazione, valorizzazione e coordinamento di territori e comunità devono essere perseguite, con convinzione e determinazione, utilizzando gli strumenti delle associazioni dei servizi, attraverso convenzioni e soprattutto nelle Unioni dei Comuni – conclude il manifesto – Le fusioni tra comuni, invece, devono essere portate avanti solo dove esista una chiara, inequivocabile ed esplicita volontà, espressa direttamente dalle singole popolazioni interessate, conseguente a situazioni di reale marginalità abitativa e ad una riconosciuta perdita di coesione sociale e del senso di comunità».