Marcello Clarich al suo arrivo in Fondazione Mps
Marcello Clarich al suo arrivo in Fondazione Mps
Marcello Clarich al suo arrivo in Fondazione Mps

«Non abbiamo preso nessuna decisione». Così Marcello Clarich, presidente della Fondazione Mps, sottolinea in merito alla sottoscrizione dell’aumento di capitale previsto nel piano di risanamento di banca Mps. «Ogni valutazione è in questo momento assolutamente prematura» ha aggiunto Clarich spiegando: «il percorso di analisi inizierà proprio domani con la prima di una serie di riunione della deputazione amministratrice».

Possibile consulenza Advisor Nella valutazione della sottoscrizione dell’aumento di capitale previsto per 5 miliardi, secondo quanto si apprende, la Fondazione Mps potrebbe avvalersi anche di un advisor finanziario. All’ente di Palazzo Sansedoni che detiene l’1,49% del capitale azionario di Mps, alle condizioni attuali, la sottoscrizione dell’aumento di capitale ‘costerebbe’ circa 75 milioni di euro di un patrimonio liquido poco oltre i 370 mln.

Di fronte ad un bivio La Fondazione si trova di nuovo a scegliere dunque ma stavolta è di fronte ad un bivio “epocale”. Non mantenere un legame azionario con la conferitaria, seppur esiguo come quello attuale, significherebbe molte cose. Prima su tutte recidere definitivamente il cordone che, proprio attraverso l’ente di Palazzo Sansedoni, lega banca Mps a Siena. Seconda, ma per certi versi non meno importante, scegliere di non sottoscrivere l’aumento di capitale significherebbe dare un messaggio pericoloso al mercato proprio nel momento in cui questo è chiamato a rimpinguare le casse di Rocca Salimbeni. La scelta maturerà nelle prossime settimane e potrebbe avere delle ripercussioni forti a Siena o dentro le stanze di Palazzo Sansedoni dove ci sarebbe quantomeno una “diversità di vedute” in merito tra deputazione amministratrice e deputazione generale.

Modifiche ai documenti di programmazione Per prendere tempo sulla decisione intanto «La Fondazione Mps modificherà i documenti di programmazione pluriennale ed annuale, al fine di consentire una maggiore flessibilità di azione alla deputazione amministratrice, in relazione a eventuali operazioni strategiche riguardanti la conferitaria». E’ quanto deliberato dall’ente di Palazzo Sansedoni «alla luce dei recenti eventi inerenti la banca Mps» in occasione delle riunioni delle Deputazioni Generale e Amministratrice tenutesi la scorsa settimana. La Fondazione Mps, che attualmente detiene l’1,49% del capitale azionario della banca senese, sottolinea in una nota pubblicata sul sito che esclude “la dismissione totale della partecipazione”. Le modifiche stabilite, secondo quanto si apprende, permetterebbero alla deputazione amministratrice una maggiore autonomia di azione sulla decisione di sottoscrivere l’aumento di capitale previsto nel piano di risanamento di banca Mps.

No Panic «Aspettiamo, non c’è da agitarsi». Risponde infine Clarich alla vigilia degli esiti degli stress test per Mps e della presentazione dei dati semestrali della banca. Sul piano di risanamento di Rocca Salimbeni e sulle possibili valutazioni da parte della Bce, Clarich sottolinea: «siamo moderatamente ottimisti anche se ogni giudizio è prematuro».