SIENA – Al Teatro dei Rinnovati, venerdì 10 gennaio andrà in scena ‘L’Ebreo’, di Gianni Clementi, diretta da Pierluigi Iorio. Ambientato nel 1956, a Roma, si concentra sulle conseguenze delle leggi razziali del 1938 e sugli effetti della guerra nelle relazioni.

L’opera, nel cartellone Sipario Rosso dei Teatri di Siena, affronta temi attuali come il denaro e il potere. Nel cast, con Nancy Brilli, Fabio Bussotti e Claudio Mazzenga; scene di Alessandro Chiti, costumi di Josè Lombardi. «‘L’Ebreo’ – dice il regista Pierluigi Iorio – è uno dei testi più avvincenti di Gianni Clementi, in cui albergano diversi temi storicamente legati a un tempo apparentemente lontano ma che risultano ancor oggi tristemente attuali. Un’indagine dell’animo umano e del grado di aberrazione al quale si può arrivare pur di non perdere i privilegi: parliamo di Denaro, all’alba di quel ‘Boom’ economico che, per certi aspetti, ne rinvigorisce la sacralità; e del Potere che ne consegue e che diventa il ‘leit motiv’ della società fino ai giorni nostri».

Il regista racconta la trama. «In uno spettro ampio dalla commedia alla tragedia, la storia ruota intorno a due figure preminenti. Il padrone ebreo, continuamente citato mai fisicamente presente in scena, avvinghiato alla coscienza di Marcello Consalvi, suo fedele ragioniere. E Immacolata, bellissima e volitiva, cinica e, a tratti, violenta; vittima di un’infelicità latente che prova a mascherare con un’ostentata consapevolezza. Il primo concede alla famiglia Consalvi una sorta di ‘sogno a tempo’, sperando di rientrare in possesso dei suoi averi una volta tornato.

La seconda afferra il sogno per cristallizzarne il tempo e farlo diventare solida realtà; attua la scalata sociale cui ambisce, anche a costo di calpestare altre persone. Perenne carnefice del marito Marcello, la signora Consalvi lo denigra, anche davanti agli amici, buttandogli in faccia la sua inadeguatezza per il nuovo stato sociale».

Poi Iorio spiega la sua regia. «Con una grande attenzione ai ritmi serrati e coinvolgenti; alla musica, che porge il braccio alla prosa e, alle volte, detta i tempi dell’azione scenica, mettiamo in risalto il lato oscuro dei personaggi di una commedia noir che riesce a divertire per le situazioni al limite del grottesco, creare suspence, regalare sentimenti di tenerezza e finanche indignare per la meschinità svelata dai personaggi: una vera ridda di emozioni verso un finale decisamente inatteso».

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