Agrofarmacie di campagna. Dove l’agricoltore con una ricetta prescritta da un “medico della terra”, ovvero un dottore agronomo, può acquistare l’esatto agrofarmaco da utilizzare nelle colture agricole, per la tutela della salute umana e dell’ambiente e con immediate ricadute economiche per la distribuzione dei prodotto sui mercati. E’ questa la proposta lanciata dal Conaf, Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali, quest’oggi a Portici (Na) in occasione del convegno “Uso sostenibile degli agrofarmaci” e che sarà formalizzata al Ministero per le politiche agricole e forestali, a poche settimane dall’approvazione delle direttiva comunitaria (pubblicata il 24 novembre 2009-CE n. 128). Proprio in questi mesi. Infatti, si stanno definendo le linee guida sull’utilizzo sostenibile degli agrofarmaci, dal momento che gli stati membri devono redigere i piani di azione nazionali e inviarli alla Commissione europea entro dicembre 2012.
Farmacie di campagna – L’agrofarmacia – spiega il Conaf – è un concetto mutuato dalla farmacia tradizionale, ovvero l’unico luogo dove è possibile vendere gli agrofarmaci e dove, per poterli vendere, deve essere presente un tecnico abilitato, con le necessarie competenze professionali, che prescriva una ricetta. La normativa attuale, infatti, regola – sottolinea il Conaf – sia l’impiego dell’agrofarmaco e sia la residualità. Il vantaggio per l’agricoltore è quello di avere la certezza che il suo prodotto sarà sicuramente vendibile sul mercato, sarà salubre per il consumatore e nel pieno rispetto dell’ambiente. Aumenta così la sicurezza alimentare per i consumatori, in relazione all’impiego e residualità dell’alimento stesso. Sul mercato agrofarmaceutico sono presenti prodotti fitosanitari che hanno principi attivi che intervengono su alcune colture (esempio pero, melo e peperone) e prodotti che intervengono su altre (esempio vite, pomodoro, arancia, prezzemolo). Così come il medico prescrive nella ricetta un medicinale per la tosse ed uno differente per il raffreddore; così il dottore agronomo, il medico della terra, potrà prescrivere un agrofarmaco per il pero ed un altro per Il pomodoro.
Concertazione – Nelle prossime settimane il Conaf avvierà un’apposita commissione di lavoro a cui saranno chiamati a dare il loro contributo i dipartimenti della sicurezza alimentare e agricoltura e sviluppo sostenibile del Conaf, le associazioni dei consumatori, i rappresentanti delle organizzazioni di categoria agricole, università, rappresentanti della GDO, Federbio e Agrofarma. “La commissione – ha detto Andrea Sisti, presidente del Conaf – dovrà lavorare per arrivare alla definizione di una proposta organica da inserire a titolo definitivo nel Piano di Azione Nazionale. Il dottore agronomo, attraverso la molteplicità delle sue competenze, è il professionista in grado di rispondere alle esigenze attuali provenienti dalla società civile in tema di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e responsabilità etica. Dando delle garanzie agli agricoltori italiani di poter operare nel rispetto delle normative vigenti ed essere competitivi sul mercato”. “L’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari – ha precisato Maurizio Desantis, del Ministero Politiche agricole alimentari e forestali, Dirigente XI Settore fitosanitario, dei fertilizzanti e del materiale di propagazione – richiede un salto di qualità in termini di formazione e miglioramento delle capacità degli operatori professionali nelle scelte da compiere”. Il dottore agronomo oltre ad avere un formazione di base adeguata, ha già introdotto a partire dal 1 gennaio di quest’anno, la formazione continua, come prevede la direttiva ministeriale, consultabile (fino al 31 gennaio 2010) sul sito www.reterurale.it
La minaccia del lepidottero ai pomodori campani – Il convegno, dall’alto valore scientifico e dalla grande affluenza di addetti ai lavori e studenti dell’ateneo campano, ha analizzato una delle tematiche più attuali per il mondo agricolo campano. Il caso del Lepidottero Tuta Absoluta, una farfalla che minaccia le solanacee, in primis le coltivazioni di pomodori e patate. “La riduzione dei principi attivi disponibili per il controllo degli insetti, a seguito della revisione comunitaria – commenta Emilio Ciccarelli, presidente della Federazione regionale dei dottori agronomi e dottori forestali della Campania e dell’Ordine di Napoli – ha reso più difficoltosa il controllo di alcuni parassiti delle colture agrarie come il lepidottero”. “La globalizzazione – ha spiegato Enrico Antignati consigliere Conaf – ha infatti favorito la rapida diffusione di entomofauna in areali diversi da quelli di origine, con preoccupanti conseguenze sulla filiera di alcune produzioni agricole. La protezione delle colture dalle avversità – ha continuato Antignati – dovrebbe essere effettuata applicando i principi della difesa integrata: valorizzazione dei mezzi di prevenzione, monitoraggio e, poi, scelta dei mezzi di lotta da attuare: fisici, chimici, meccanici, agronomici, o biologici”. Fra gli interventi quello del professor Gennaro Viggiani, Facoltà di Agraria di Portici – Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria “F. Silvestri” che ha illustrato le attuali conoscenze e prospettive di ricerca sul lepidottero; del funzionario della Regione Campania Raffaele Griffo che ha spiegato le azioni del Servizio Fitosanitario Regionale. Sono intervenuti anche le aziende produttrici di agrofarmaci che hanno presentato i prodotti attualmente in commercio nel controllo di Tuta absoluta, Robert Alber Du Pont de Nemours, Product Menager Insetticidi: Europa, Medio Oriente ed Africa del Nord (E.M.A.), Luigi Vergara, Du Pont de Nemours, South Italy Marketing Project Specialist e Michele Curci, Bayer Crop Science – Tecnical Area Manager; Giuseppe Simioli, Bayer Crop Science, Responsabile tecnico – commerciale di Napoli e Caserta. Il convegno è stato organizzato dalla Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Campania e dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Napoli; con il patrocinio del Conaf, dell’Università degli Studi di Napoli; Facoltà di Agraria di Portici; della Regione Campania – Assessorato all’Agricoltura e del Comune di Portici.
Portici (Na)