agricoltura_7.jpgProsegue positivamente l’esperienza della Banca della Terra della Regione Toscana ad oltre un anno dalla nascita. Oggi a Sarteano (Si) la presentazione dell’assegnazione di una proprietà terriera con due poderi (Poderuccio e Palazzone) dislocati in alcune decine di ettari. Un progetto nato cinque anni fa grazie alla proposta avanzata da Cia e Agia Toscana e subito raccolta e sviluppata dall’assessore Gianni Salvadori.

Dobbiamo riconoscere – sottolinea la Cia Toscana che oggi ha partecipato al convegno di Sarteano – che è stato fatto un  buon lavoro da parte della Regione. Si tratta di un’esperienza positiva ed unica in Italia che auspichiamo venga recepita anche in ambito nazionale. Il futuro economico della nostra regione e non solo del settore agricolo passa dagli investimenti per salvaguardare il territorio, dal rafforzamento della competitività delle imprese, dal maggiore reddito agli agricoltori, ma anche – e non di minore importanza – dal ricambio generazionale.

Secondo la Cia Toscana con la Banca della Terra è possibile invertire il trend dell’abbandono dei terreni coltivabile (100mila ettari negli ultimi 10 anni), che occorre  rimettere in coltivazione. E’ necessario – aggiunge la Cia – sostenere con maggiore efficacia gli investimenti in agricoltura, favorire la ripresa produttiva dei terreni, potenziare le politiche per lo sviluppo rurale, puntare con decisione al ricambio generazionale ed imprenditoriale. I risultati del primo anno della Banca della Terra regionale – aggiunge – sembrano dimostrare che questa può essere la strada giusta. Sono stati infatti recuperate coltivazioni, allevamenti e anche terreni e fabbricati partendo dai quei giovani che volevano fare gli agricoltori ma che non avevano le possibilità economiche per acquistare la terra.

Come ha sottolineato oggi la Regione Toscana, una ulteriore possibilità è data dai terreni incolti, per i quali i Comuni stanno portando avanti il censimento. Quando le operazioni saranno completate, se i proprietari non saranno in grado di portare nuovamente a coltivazione quei beni, anche questi potranno essere messi a disposizione nel sistema della Banca della terra e dati in concessione a chi vorrà farli tornare produttivi.