Ogni azienda agricola produce in media 40 chili di carte ogni anno per adempiere agli obblighi burocratici. Per una sola pratica di presentazione dei Psr si sviluppano oltre 2 chili di materiale cartaceo. Documenti vari la cui elaborazione impegna circa 100 giornate lavorative di un profilo amministrativo. Tutto ciò si traduce in costi altissimi per il settore primario – superiori ai 4 miliardi di euro l’anno- che vanno a sommarsi a quelli produttivi per l’attività ordinaria (i più alti d’Europa), mettendo continuamente a rischio default le aziende agricole italiane.
Ma la situazione è ormai insostenibile, aggravata anche dai ritardi nei pagamenti relativi alla Pac 2015, e per questi motivi la Cia Siena – con un centinaio di agricoltori della Cia provenienti da tutta la provincia – hanno deciso di scendere in piazza oggi a Bologna con una manifestazione nazionale – di Cia, Confagricoltura e Copagri – dal titolo “Ei fu…siccome immobile”. In contemporanea con le manifestazioni di Roma e Catanzaro. In piazza per dire basta all’indifferenza e lo stallo istituzionale verso i reali e gravi problemi che stanno portando al collasso del settore primario in Italia.
«Il “mostro” della burocrazia, però – sottolinea il presidente Cia Siena Luca Marcucci -, è solo la punta dell’iceberg di una situazione estremamente complessa per il comparto. Si protesta per i ritardi dei pagamenti Agea; costi di produzione insostenibili; prezzi in caduta libera; embargo russo, vendite sottomercato; investimenti al palo; tutele vere per il Made in Italy; cementificazione del suolo; abbandono delle aree rurali».
«Appare fin troppo chiaro quindi – spiega il direttore Cia Siena Roberto Bartolini – che senza politiche d’intervento urgenti e misure efficaci e puntuali, si profilano situazioni fallimentari per le aziende agricole. Da qui le ferme richieste delle organizzazioni agricole alle istituzioni di agire con rapidità e dare seguito a quegli interventi annunciati e non realizzati».