Conclusa stamani l’operazione di affondamento del corpo della balenottera, un maschio adulto, che giovedì scorso era stato rinvenuto morto sull’arenile del Parco di San Rossore, in provincia di Pisa. Il cetaceo è stato inabissato su un fondale di 50 metri a 10 miglia circa dalla costa rispetto al punto di spiaggiamento. L’intervento, coordinato dal professor Stefano Dominici, è stato portato a buon fine grazie ai nuovi pesi in cemento fatti scivolati fino alla coda dell’animale, trascinando definitivamente la carcassa sul fondo. L’operazione di affondamento, sperimentale per tutto il Mediterraneo, aveva infatti richiesto più tempo del previsto e i tentavi dei giorni scorsi erano andati a vuoto a causa della presenza di aria e gas che impedivano l’affondamento.
Il progetto – “L’affondamento è un’opportunità – come ha spiegato Fabrizio Serena, responsabile Area Mare di Arpat – intanto permette di risolvere un problema di carattere economico che il piccolo Comune di San Giuliano non era in grado di affrontare, inoltre è un esperimento unico, un animale così grosso non è mai stato affondato, gli americani e gli inglesi lo hanno fatto ma con mammiferi più piccoli”. Dopo l’affondamento parte il progetto di osservazione e il primo sopralluogo con il robot subacqueo avverrà entro due mesi. L’obiettivo è quello di seguire tutte le fasi della maggiore concentrazione di biodiversità degli ecosistemi presenti nel fondale marino. Gli organismi spazzini provvederanno infatti a ripulire l’animale fino a quando resterà solo lo scheletro, per poi essere recuperato a fini museali espositivi. Una fase che si calcola dovrebbe concludersi nel giro di un paio di anni.
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