Il gruppo Gucci è l’unico realmente interessato ad acquisire la Richard Ginori di Sesto Fiorentino. Un interesse da 13 milioni di euro. Il termine per presentare le offerte era fissato per le 12 di oggi, e al tribunale fallimentare di Firenze non sono arrivate altre offerte oltre quella del gruppo Gucci. Alle 15 è prevista l'apertura della busta cui seguiranno alcune verifiche formali per l'aggiudicazione provvisoria.

L’iter Da domani scatta il periodo di 25 giorni dedicato alle consultazioni sindacali. Durante questa fase dovrà essere raggiunto un accordo tra offerente e rappresentanti sindacali. Accordo che verrà recepito dal curatore fallimentare prima di procedere a un'ulteriore verifica delle condizioni dell'asta e quindi al versamento del prezzo da parte dell'offerente entro il 31 maggio, data entro la quale è prevista l'aggiudicazione definitiva. Tra le questioni che verranno discusse con i sindacati c'e' il reintegro di circa 235 lavoratori su 305 e il proseguimento della cassa integrazione per circa altri 70 addetti.

Rilancio della qualità made in Italy «Obiettivo dell'operazione – spiega Gucci in una nota – è il rilancio dello storico marchio fiorentino, sinonimo da sempre di qualità, artigianalità e made in Italy, gli stessi valori alla base del successo del marchio Gucci. Alla luce di questi obiettivi strategici Gucci intende investire in un programma industriale per sostenere i piani produttivi, oltre che supportare Richard Ginori nei processi di innovazione e ricerca e sviluppo e sostenere i valori del made in Italy attraverso la valorizzazione, la formazione e il mantenimento delle qualificate risorse umane già presenti in azienda. Oggi Gucci  – continua la nota – impiega direttamente oltre 9.000 dipendenti nel mondo, di cui oltre 1.300 a Firenze, e alimenta un indotto complessivo di circa 45.000 persone in Italia, con una rete di fornitori costituita prevalentemente da piccole-medie imprese; l'offerta per l'acquisto di Richard Ginori è un'ulteriore conferma dell'intenzione dell'azienda di continuare a sostenere la filiera produttiva, quale patrimonio di conoscenze e competenze unico, che va tutelato e valorizzato in una logica di sostenibilità industriale, sociale e ambientale».

La vicenda La storica fabbrica di porcellane era stata dichiarata fallita il 7 gennaio scorso (leggi) e la prima asta fallimentare, svoltasi il 18 marzo scorso era andata deserta, creando malcontento tra i lavoratori della storica azienda (leggi). Oggi sembra aprirsi uno spiraglio, segno di una nuova era.