SUVERETO – Far fronte alla crisi idrica imparando dalla natura, in modo semplice, veloce e a basso costo. La soluzione che si adatta ai tempi che stiamo vivendo la sta sperimentando la Val di Cornia dove è stata inaugurata un’ulteriore vasca che va ad implementare e ad ampliare l’impianto di ricarica di falda in località Forni nel Comune di Suvereto.
Siamo accanto al fiume Cornia, in una sua deviazione naturale dove col tempo si era sedimentata ghiaia. E’ li che l’acqua ora viene raccolta, qui vengono realizzati gli invasi d’infiltrazione. E stamani ne è stato inaugurato un altro, adiacente a quello esistente.
Attraverso 2500 m2 di superficie filtrante andrà ad incrementare l’attuale volume di 5000 m3 al giorno di acqua, che già oggi viene infiltrato in falda, fino a raggiungere un massimo quantitativo annuo valutabile in circa 2 Mm3/anno, sfruttando, senza alterare la morfologia locali, le portate del fiume Cornia superiori al minimo deflusso ecologico.
“La Toscana – ha detto stamani Monni Monni inaugurando la nuova ricarica di falda – ha una elevata capacità di resilienza, dovuta principalmente agli invasi di Bilancino e Montedoglio. Ne servirà almeno un altro e stiamo sviluppando i necessari studi di fattibilità. Nel frattempo, però, dobbiamo mettere in atto anche soluzioni rapide, innovative, accessibili in termini economici. L’opera in cui ci troviamo è un esempio che va in questa direzione. E’ frutto di un progetto europeo LIFE REWAT che oggi andiamo più che a raddoppiare grazie a soldi stanziati dal Dipartimento nazionale di Protezione civile (100mila euro) nell’ambito dell’emergenza idrica 2022. la nuova opera realizzato a Suvereto permette infatti di immettere 2 milioni di metri cubi ai acqua all’interno della falde. Non è invasivo, né costoso e può rappresentare un’opportunità di valorizzazione del territorio in termini ecologici e di fruizione”
Si chiamano soluzioni “verdi” oppure, in inglese, “Nature-Based Solutions”, copiate dalla natura, e presentano appunto alcuni vantaggi rispetto ad interventi di tipo tradizionale: con brevi tempi di realizzazione, bassi costi d’investimento. Con l’occupazione di aree di limitata estensione è possibile immagazzinare grandi volume d’acqua nel sottosuolo, in quel serbatoio naturale che è l’acquifero, sfruttando la capacità di trasporto
della falda sotterranea senza ricorrere all’uso di infrastrutture artificiali.
Tali tipologie di intervento, rallentano la velocità della corrente nei fiumi, possono inoltre contribuire alla difesa dalle alluvioni e dai rischi idrogeologici, entrando di diritto nella categoria di misure win-win. Oltre all’assessora Monni erano presenti la sindaca di Suvereto Jessica Pasquini, la sindaca del Comune di Campiglia Marittima Alberta Ticciati, l’assessore all’Urbanistica di Piombino Giuliano Parodi, il presidente del Consorzio 5 Toscana Costa Giancarlo Vallesi, il presidente di ASA Stefano Taddia e la vice-Coordinatrice Crop Science Res. Center – Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa prof.ssa Laura Ercoli.