FIRENZE – “Norme lesive delle competenze regionali in materia di istruzione e autonomia scolastica ex commi 3 e 6 dell’articolo 117 della Costituzione, ovvero leale collaborazione e sussidiarietà, mancato rispetto delle procedure di coordinamento Stato-Regioni in materia di scuola e delle disposizioni che regolano l’esercizio del potere sostitutivo”.

Su queste basi la Toscana ha dato mandato all’Avvocatura regionale, con una delibera approvata ieri, di ricorrere davanti alla Corte costituzionale contro la nuova disciplina di riorganizzazione della rete scolastica. Si stabilisce infatti che lo Stato potrà esercitare il potere sostitutivo di determinare la distribuzione tra Regioni dell’organico nel caso di mancato accordo entro il 31 maggio in conferenza unificata.

I criteri che il Ministero dell’Istruzione e del Merito adotterà per definire i contingenti non sono stati ancora esplicitati chiaramente, ma sulla base di elaborazioni comunicate dal Ministero si evince che il numero di dirigenti scolastici che verrà assegnato alla Toscana non sarà sufficiente a coprire le attuali dirigenze attive sul territorio regionale.

“Stimiamo un taglio di dirigenti in 40 unità”, afferma il presidente Eugenio Giani, spiegando che “l’accorpamento di istituti pregiudica la stessa capacità di svolgere un servizio scolastico adeguato soprattutto nelle aree della Toscana diffusa, mettendo a rischio funzionalità ed efficienza. Con il ricorso vogliamo dire che la scuola pubblica non può essere penalizzata, ridimensionata, e considerata oggetto di tagli”.