FIRENZE – Accatastamento dei caminetti, marcia indietro. L’aula di palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza la legge che modifica la 39 del 2005 in materia di energia, per disciplinare l’accatastamento degli impianti di riscaldamento alimentati con biocombustibile solido, con potenza nominale inferiore ai 10 chilowatt.

I voti a favore sono stati 21 (Pd e Italia Viva), quelli contrari 7 (Lega, Forza Italia, Movimento 5 stelle e Gruppo Misto) e 1 voto di astensione (Alessandro Capecchi, Fratelli d’Italia).

Il provvedimento dispone, infatti, che l’accatastamento degli impianti non è più obbligatorio e che di conseguenza non sono previste sanzioni amministrative. Ma rimane invece obbligatorio per poter accedere ai contributi regionali per la sostituzione degli impianti non ambientalmente performanti.

Sindaci e consiglieri contro il registro degli impianti a biomasse (agenziaimpress.it)

Nella legge vengono indicati i casi di esclusione dall’accatastamento: per gli impianti chiusi, dismessi o non in funzione, da considerarsi quindi al pari di complementi di arredo; per gli impianti presenti in abitazioni dove non siano presenti ulteriori sistemi di riscaldamento; per gli impianti collocati in abitazioni fornite di un sistema di riscaldamento condominiale. Per queste tipologie di impianti, è prevista l’autodichiarazione, anch’essa necessaria per accedere ai contributi regionali suddetti.

Accatastamento caminetti e stufe a biomasse, possibilità di mettersi in regola dal sito SIERT (agenziaimpress.it)

“La misura dell’accatastamento risponde all’esigenza della Regione di formare un quadro conoscitivo di tali fonti emissive di polveri sottili, stante il loro accertato contributo al superamento dei valori limite previsti dalla legge. “Contributo rilevato dallo studio scientifico Patos – ha ricordato Lucia De Robertis (Pd), presidente della commissione Territorio, ambiente, mobilità, infrastrutture – predisposto in relazione agli sforamenti di PM10 registrati nella piana lucchese, sforamenti che hanno generato la procedura di infrazione”.

La proposta di legge, infine, specifica che gli impianti alimentati a biocombustibile solido, di potenza utile nominale maggiore o uguale ai 10 chilowatt, devono adeguarsi alle prescrizioni in materia di efficienza energetica effettuate a seguito dell’attività di controllo prevista dalla legge. Il mancato adeguamento comporta l’applicazione delle sanzioni previste dal decreto legislativo 192 del 2005, attuativo della direttiva comunitaria sul rendimento energetico nell’edilizia: “sanzione amministrativa non inferiore a 500 euro e non superiore a 3000 euro”.

La presidente, dopo aver ricordato che le commissioni seconda e quarta, nella seduta congiunta del 23 luglio, hanno licenziato la legge a maggioranza, ha presentato un ordine del giorno collegato (prima firmataria De Robertis) che impegna la Giunta a coinvolgere, anche attraverso Anci toscana, in collaborazione con Arrr spa i comuni della Toscana soprattutto delle aree interne, dove la distanza dagli uffici territoriali di Arrr è maggiore, nell’attività di supporto ai cittadini nelle necessarie procedure di accatastamento o registrazione degli impianti, per semplificare al massimo e aiutare la cittadinanza. L’ordine del giorno è stato approvato con i voti favorevoli di Pd e Italia, il voto contrario di Forza Italia e il voto di astensione di Lega e Movimento 5 stelle.