Il problema della cronica carenza di spazi e personale alla Galleria dell’Accademia di Firenze, più volte denunciato in questi anni dalla direttrice Cecilie Hollberg, «non è accettabile; appena vedrò il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini gliene parlerò. Sono fiducioso che saprà comprendere questa emergenza; ci sono cose che vanno fatte, punto». Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella.

La denuncia della direttrice: «Auto esiliata dal mio ufficio» La direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, la casa del David di Michelangelo, Cecilie Hollberg aveva raccontato alcuni giorni fa: «mi sono ritrovata a dovermi auto-esiliare dal mio stesso ufficio, obbligata a fare ‘homeworking’, a lavorare da casa visto che sono arrivati i nostri sindaci revisori, per fare la verifica di cassa del museo, ed essendo costantemente a corto di spazi, ho dovuto cedere loro il mio stesso ufficio». Più volte Hollberg ha lamentato il problema della ristrettezza dei locali a disposizione della Galleria; attualmente è in corso una trattativa con l’adiacente Accademia di belle arti che potrebbe cedere alcune sale al celebre museo perché possa ampliarsi. «Ma occorre individuarne altri, in centro, da offrire alla scuola come compensazione, cosa che io ho sollecitato più volte alle istituzioni coinvolte in questa trattativa – aveva sottolineato la Hollberg – e tutto questo dovrebbe avvenire rapidamente, perché, lo voglio ripetere fino a perdere il fiato, abbiamo bisogno di spazi, spazi, spazi».

Il sindaco Nardella: «E’ un fatto di civiltà» «Il David di Michelangelo accolto alla galleria dell’Accademia è un simbolo dell’umanità, forse l’opera d’arte più conosciuta e amata al mondo – ha aggiunto alla sua riflessione il sindaco Nardella – qualunque Paese o città lo terrebbe con la più grande attenzione in termine di risorse umane ed economiche, tecnologiche. In un Paese come l’Italia non si possa più assistere all’ennesima disperazione mostrata dal direttore di turno perché non ha personale minimamente sufficiente e adeguato per la tutela e la valorizzazione delle opere michelangiolesche che ci sono all’Accademia. Questo è un fatto di civiltà prima ancora che di politica o di altro».