La fiammella della speranza per l’Ac Siena sembra sempre più affievolirsi con il passare delle ore e il baratro della cancellazione di una società professionistica con 109 anni di storia alle spalle è ormai imminente. La Robur rischia di sparire dal novero delle società che militano nei campionati professionistici, tra 48 ore la Lega di Serie B comunicherà le squadre che militeranno nella “cadetteria” 2013-’14 ma tra queste non ci sarà il Siena. Le casse bianconere sono vuote. A poco è valso che calciatori e staff – dagli allenatori, ai dirigenti, ai magazzinieri – abbiano deciso di non riscuotere più gli ultimi stipendi. Una riduzione del 40% rispetto al totale delle spettanze che poco servirà per il destino, ormai segnato della Robur. Si tira per la giacca la governance del Monte dei Paschi. L’istituto di credito, però, non può fare molto di più di quello che ha fatto per Massimo Mezzaroma. Su Italia Oggi si legge che «Mps e UniCredit hanno continuato a sostenere il Gruppo Mezzaroma con un’iniezione di 60 milioni, ponendo però alcuni paletti». I 30 milioni di euro che Rocca Salimbeni destinerà a Mezzaroma sono rivolti a coprire il buco di bilancio di circa 20 milioni con cui la società edile – che opera a Roma – del presidente bianconero ha chiuso il bilancio 2012. Per il Siena, dovrebbe essere lo stesso Mezzaroma a frugarsi in tasca, come più volte gli è stato ribadito dai vertici Mps, non più disposti a coprire l’enorme buco delle casse bianconere. Nonostante questa fosse una prospettiva assolutamente imprevista quando è stato contattato per guidare la Robur. In sostanza, al Siena servirebbe un nuovo prestito dalla Banca di circa 20 milioni che ripagherebbe in parte con il paracadute destinato dalla Lega alle squadre retrocesse dalla A alla B. Ma questo – al Siena spetterebbero 10 milioni – arriva solo in tre tranches e dopo l’avvenuta iscrizione al campionato di competenza. Il Monte non sembra voler più venire incontro alle esigenze di Mezzaroma, specie perché le sue richieste sono state già accolte in altri settori e in maniera corposa. Per quanto riguarda la Robur, il presidente sembra essere rimasto l’ultimo a tavola, a lui il conto da pagare.
 
Il disperato tentativo di salvataggio Il sindaco di Siena Bruno Valentini ha provato a mediare alla situazione ma «c’è poco tempo a disposizione di fronte a un così alto livello di indebitamento», ha detto il primo cittadino dopo un incontro con due consuelenti finaziari di Massimo Mezzaroma. «Se anche, cosa molto difficile, il Siena riuscisse a iscriversi – ha proseguito Valentini -, le prospettive tra un anno sarebbero uguali. Anzi, tra un anno ci sarebbero meno giocatori da vendere. La responsabilità della situazione è del sistema che ha consentito di arrivare a questo punto: il peso del debito è talmente alto da impedire ogni tipo di programmazione, così come l'arrivo di nuovi soci. Un sistema già fuori equilibrio negli anni scorsi, ma che stava in piedi grazie a iniezioni di liquidità o debito. È stato aggiunto debito a debito. Se dovessimo definire chi è il proprietario della società dovremmo dire la Banca che ha finanziato oltremisura e possiede il 100% del capitale sociale anche se il gestore è Mezzaroma. I proprietari del Siena sono oggi i creditori. Stiamo provando a salvare il salvabile, a tenere contatti con il Monte mentre gli altri istituti se ne sono andati. Siamo di fronte ad un disastro – ha concluso il sindaco – figlio di un periodo brutto, il più brutto della storia di Siena dove tutto sembrava possibile. Siamo stati illusi, forse ci siamo fatti illudere, ora paghiamo le conseguenze di un periodo artificiale».
 
Si cerca ancora un contatto con Mps «È stato un confronto per analizzare con lui la situazione, noi gli abbiamo fatto una fotografia dello stato attuale – hanno risposto ai cronisti Augusto Balestra e Sergio Serra, i consulenti di Mezzaroma -. Sappiamo manca pochissimo tempo: Massimo Mezzaroma farà tutto quanto gli sarà possibile per l'iscrizione del Siena alla serie B, il suo interesse primario, che è lo stesso della città. Tutto quello che succederà passerà ora da un nuovo incontro con il Monte dei Paschi». L’ultimo appello per il patron Mezzaroma arriverà il 16 luglio ma sembra impossibile che in quella data la società bianconera possa presentare soldi e documentazioni necessarie per proseguire la sua attività. Il fallimento sembra una prospettiva che prende corpo sempre più ora dopo ora. Tra la disperazione e la frustrazione di una città, non solo di una piazza calcistica, che fino a pochi mesi fa vedeva nel calcio una tra le più belle vetrine del suo benessere, delle sue virtù, della sua ricchezza. Oggi è lo specchio di un profondo baratro che cancella tutto. Anche la storia, seppur sportiva, in questo caso.

Articolo precedenteSan Rossore punta sul turismo sociale con l’oasi a misura di disabili e anziani
Articolo successivoArezzo, all’asta oggetti nuovo film di Pieraccioni per campo sportivo in Sierra Leone