«Vorrei rivolgere al ministro Angelino Alfano, al vice Prefetto Vicario di Pisa Valerio Massimo Romeo, al sindaco della città Marco Filippeschi, una breve riflessione sull’argomento di contraffazione ed abusivismo, improvvisamente saltato alla ribalta della cronaca della settimana di Ferragosto». Inizia così l’appello di Federica Grassini, presidente di Confcommercio Pisa e presidente della Federazione Moda Toscana. «Ancora non so spiegarmi il perché siamo stati convocati in gran fretta il 12 di agosto a disquisire su una gravissima piaga che affligge da troppo tempo il commercio onesto, un malcostume tutto italiano contro il quale Confcommercio lotta 365 giorni l’anno, nel tentativo di risvegliare le coscienze di chi ci governa ed amministra, così come di coloro che dovrebbero tutelarci da ogni forma d’illegalità, su di un reato non percepito come tale perché volutamente lasciato impunito. Abbiamo accolto questo invito inaspettato con grandi aspettative, ma ancora una volta ne siamo usciti delusi», spiega la numero uno dell’organizzazione dei commercianti pisani.
Il j’accuse della Grassini «Ci siamo sentiti persino rimproverare di non fare abbastanza, al che si rende necessario un distinguo tra chi ha oltre che il potere, soprattutto il dovere di reprimere i reati di vendita abusiva, produzione e smercio di merce contraffatta, dal ruolo di un’associazione di categoria che può solo sollecitare controlli, fare segnalazioni ed informare la gente sulle implicazioni del comprare senza scontrino capi, giocattoli, oggetti, farmaci, alimenti e quant’altro esuli dalla filiera della legalità – spiega ancora Federica Grassini -. Noi possiamo denunciare la catena di sfruttamento che si cela dietro un acquisto “contraffatto”, il rischio serio e documentato che ne deriva per la salute, per l’economia del nostro paese, l’impoverimento della coscienza comune di fronte ad un fenomeno che imperversa nella più complice indifferenza, ma non spetta certo a noi il compito di multare chi vende e chi compra, intervenire duramente là dove gli abusivi si riforniscono, là dove il contraffatto si produce. La verità è che esistono normative che prevedono in ogni dettaglio pene pecuniarie e detentive per chi contravviene, ma il fenomeno dilaga sotto gli occhi di tutti e nessuno vuole prendere provvedimenti. La Toscana è il secondo produttore di merce contraffatta dopo la Campania. C’è da esserne fieri? I Vu cumpra’ affollano le spiagge in maniera più massiccia degli stessi bagnanti, gli abusivi occupano i marciapiedi del litorale e del centro storico, i mercati dei venditori ambulanti regolari, le piazze della nostra città, vendendo alcolici ai minorenni. Quanto ancora dobbiamo tollerare questa vergogna? Prendiamo ad esempio altre piccole realtà che questa battaglia l’hanno vinta come Lucca o Riccione. Un tavolo in Prefettura nella settimana di Ferragosto è solo fumo negli occhi – e conclude -. Pretendiamo politiche sistematiche, coraggiose, intransigenti a tutela di coloro che esigono il rispetto della legalità, imprenditori e cittadini stufi di vedere Pisa sopperire al degrado. Rivediamoci attorno a quel tavolo a settembre, ma non per parlare, occorre agire ed occorre farlo al più presto e questo non è certo compito di Confcommercio Pisa».