Nessun confronto tra Comuni, Regioni e Stato. Nessun chiarimento sul futuro delle 110 Province italiane. E il 31 dicembre, data che il DL “Salva Italia” indica come scadenza per il trasferimento ai Comuni delle funzioni finora di competenza provinciale, si avvicina. A denunciare la situazione di stallo è il presidente di Anci Toscana, Alessandro Cosimi.
 
Le criticità
Il problema, secondo Cosimi, è che «per ridisegnare il ruolo delle Province è necessario intraprendere un più ampio percorso di riforma degli assetti istituzionali, attraverso un disegno costituzionale, senza il quale ogni altro provvedimento rischia di rimanere “zoppo”. L’Associazione dei Comuni toscani è a disposizione per avviare un reale confronto con gli altri soggetti politici e istituzionali regionali, purché si seguano alcuni principi, primo tra tutti quello di sussidiarietà, come valore guida rivolto alla più efficace attribuzione delle competenze. Sarebbe opportuno – prosegue Cosimi – privilegiare la completa attribuzione, a un determinato livello istituzionale, della gestione delle funzioni e non una ripartizione fra più enti delle competenze in una singola materia, in modo che sia chiaro a tutti a quale livello istituzionale sia affidata la responsabilità della stessa».
 
Semplificazione dei servizi e Comuni protagonisti E i livelli istituzionali individuati sono fondamentalmente due: i Comuni come il naturale livello della gestione amministrativa, e la Regione per la funzione legislativa e la competenza in materia di alta programmazione. Per valorizzare i sistemi di raccordo fra Regione e Comuni, giocano un ruolo fondamentale le fusioni e la cooperazione tra gli enti locali, su cui Anci ha già investito molto, come dimostra il grande lavoro fin qui svolto sulla costituzione delle Unioni di Comuni: un primo passo per rendere più efficace la gestione dei servizi, secondo quanto stabilito anche dalla legge regionale sull’associazionismo intercomunale, ma che nulla ha a che vedere con un riassetto istituzionale. Cosimi, nel sottolineare questo, evidenzia anche che il ridisegno delle province «implica un radicale cambiamento negli assetti istituzionali, in particolare in Toscana, dove la Regione assolve a compiti esclusivamente di legislazione e alta programmazione, lasciando a Comuni e Province la totalità delle funzioni amministrative. Per questo – ha concluso il presidente di Anci Toscana – i Comuni vogliono avere un ruolo da protagonisti nella discussione sulla migliore allocazione delle funzioni amministrative tra i diversi livelli di governo. Ma è importante – specifica – che ci sia dialogo e collaborazione, senza che nessuno assuma atteggiamenti di tipo “rivendicativo” sui propri interessi».

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