Che fine ha fatto la riforma delle Province? La domanda non è poi così fuori luogo dopo che, quella che sembrava la panacea di tutti i mali del Paese, sembra essersi impantanata nelle pieghe di un iter parlamentare tutt’altro che snello. E’ infatti del dicembre scorso, ormai, l’approvazione in prima lettura della Camera dei Deputati del disegno di legge Delrio su province e città metropolitane che adesso, però,  arranca, è il caso di dirlo, al Senato nella selva oscura di emendamenti e correttivi. E se Renzi ha comunque annunciato di voler procedere al superamento delle Province con la riforma del titolo V della Costituzione il rischio, più che evidente, è che a due mesi dei rinnovi della maggioranza dei consigli provinciali in Toscana l’incertezza regna sovrana. E quella che doveva essere una riforma in grado di migliorare e rilanciare un nuovo patto tra cittadini ed enti locali sembra lentamente perdere la sua portata di innovazione. O presunta tale. Di sicuro lo scenario rimane quanto mai incerto. E se è vero che alla scadenza naturale degli enti dovrebbe arrivare un esercito di commissari per assorbire le funzioni che furono dei consigli e delle giunte, il passo successivo dovrebbe poi essere quello delle elezioni, ma questa volta, come organi di secondo livello e quindi non più di diretta emanazione popolare. Ma il nodo da sciogliere, e forse è quello che metterà più in crisi sia le vecchie Province che i cittadini, sarà quello delle funzioni. Alle nuove province riformate dovrebbero rimanere ambiente, viabilità, programmazione scolastica, trasporti, pianificazione territoriale, rapporti con gli enti locali. Ma le altre a chi saranno trasferite? Alle regioni, ai comuni? E il personale come sarà riorganizzato? I dipendenti seguiranno le funzioni e quindi saranno riassorbiti da regioni e comuni con tutti gli inevitabili problemi legati alle posizioni contrattuali? La sensazione, ancora una volta, è che si sia preferito navigare  più a vista che in base ad una rotta chiara e ben tracciata. Rimaniamo in attesa di sviluppi.