Rossi Remaschi AvitoSi è tenuto ieri a Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze il primo consiglio d’amministrazione del Consorzio dei consorzi del vino toscano, nato lo scorso 9 marzo sotto la sigla A.Vi.To., associazione che riunisce i viticoltori e produttori principali di prodotti enologi. A dare la sua benedizione alla nuova sigla, oltre all’assessore all’agricoltura della Toscana, Marco Remaschi, anche il governatore Enrico Rossi. «Il fatto che ci sia un unico interlocutore per noi ovviamente è decisivo e ciò risolve molti problemi, fa una massa di forze e di penetrazione che finora era inimmaginabile, quindi una scelta davvero appropriata, congrua e positiva per tutta la Toscana -ha sottolineato il governatore Enrico Rossi -. La nascita del consorzio, A.Vi.To. è una cosa importante, straordinaria, io mi complimento con gli agricoltori, con gli imprenditori, con i consorzi perchè – ha aggiunto – hanno deciso di mettersi tutti insieme per fare promozione, tutela dei marchi della Toscana, e questo è un fatto decisivo in un mondo in cui i nostri vini piacciono, piacciono alle classi medio-alte che ne consumano, nell’estremo oriente ma non solo, e quindi noi bisogna trovare il modo di essere presenti su questi mercati. I piccoli imprenditori da soli non ce la fanno, anche quelli grandi a volte incontrano delle difficoltà, mettersi insieme è un modo per vincere, fare squadra. Questa è la strada giusta. Tenete presente che l’export toscano arriva subito dopo il Veneto ma con un indice di crescita superiore a quello del Veneto».

Un Vinitaly in Toscana? E sull’impegno della regione Toscana nei confronti di A.Vi.To, il governatore Enrico Rossi ha sottolineato: «Noi mettiamo a disposizione alcuni servizi attraverso anche il nostro ente di promozione e poi possiamo utilizzare finanziamenti anche della comunità europea per agevolare ovviamente l’internazionalizzazione dei prodotti». Rossi anche parlato dell’idea nata da parte dell’assessore Marco Remaschi di organizzare una sorta di Vinitaly in ‘salta toscana’, con l’esposizione e la vendita di prodotti enologici regionali toscani, sul modello delle celebre kermesse che si svolge ogni anno a Verona. «Tutto si può fare – ha risposto su tale prospettiva Enrico Rossi -. Sono stato a Vinitaly, le dimensioni sono davvero grande. Ci dovremo far venire in mente un’idea diversa, un po’ toscana, tutta incentrata sulla qualità, però perché no?».

Gli obiettivi di A.Vi.To. A nome degli associati di A.Vi.To., ha parlato il suo numero uno, Fabrizio Bindocci, presidente anche del Consorzio del Brunello. «La prossima mossa come produttori è quella di aumentare i prezzi di vendita dei nostri vini – ha sottolineato Bindocci – Questo è uno degli argomenti che affronteremo nei prossimi Cda di Avito. Spesso, a differenza di altre realtà come la Francia, non siamo bravi a vendere al giusto prezzo i nostri prodotti. Dobbiamo intraprendere questa strada e aumentare i prezzi perché questo chiedono i produttori. E’ giusto che i produttori abbiano una fonte di reddito importante a fronte del grande impegno e lavoro svolto. In questo momento è più importante lavorare sull’aumento del prezzo che non sull’aumento del numero di bottiglie prodotte. Un consorzio non può influire sulla politica dei prezzi delle singole aziende e non può, per legge, suggerire un prezzo minimo ai propri soci. Possiamo però essere di stimolo visto anche la presenza di prodotti qualità e di una domanda estera che tira. Occorre che il produttore abbia la giusta remunerazione per il lavoro svolto».

Uno sguardo all’internazionalizzazione A.Vi.To. pensa anche ad una nuova politica di valorizzazioni dei prodotti vinicoli toscani all’estero. «Da sempre diciamo che non ha significato andare in una nazione in ordine sparso con iniziative di promozione singole in un paese. – ha precisato ancora Fabrizio Bindocci -. Se invece aggrediamo un mercato riunendo le grandi denominazioni toscane sotto l’ombrello unico della Toscana, allora l’impatto su quel mercato sarebbe enorme ottenendo una grande visibilità. Credo che questa possibilità sia fattibile ed è sogno che potrebbe diventare un realtà, magari in Cina. Tra le criticità che abbiamo evidenziato nel Cda di A.Vi.To c’è quella della contraffazione. L’iniziativa della Toscana insieme alle Procure per dare vita a controlli contro le frodi in campo agroalimentare, è il segnale che la Toscana è attenta alle produzioni di eccellenza. Questo vuol dire che chi sbaglia deve pagare seriamente e non continuare a truffare. Questi messaggi devono passare. Abbiamo parlato anche dei cinghiali e del piano di controllo. Sono piccoli passi per ottenere un risultato comune».