Una data “geniale”, il 16 aprile, in cui nacque 89 anni fa Joseph Ratzinger, in un piccolo paese della Baviera, vicino alla cittadina del Santuario di Altotting. Lo stesso giorno di Leonardo da Vinci, forse non a caso. Questo piccolo bimbo che diventa teologo e pensatore, in un’epoca di divisioni, di guerre, in un paese diviso, e pervaso dal materialismo, e che diventerà Papa Benedetto. Non mi dilungherò sul pensiero, mai veramente approfondito, del teologo Ratzinger, il più grande pensatore del Novecento. Ha saputo veramente, e definitivamente, coniugare “fides et ratio”, la fede con la ragione, per l’uomo moderno. Ha saputo inquadrare con efficacia i mali del nostro tempo, definendoli e mettendoli a nudo. Ha evidenziato la dittatura del relativismo, che toglie la terra sotto i piedi dell’uomo. E ha indicato, per chi crede, cos’è il Mistero nella Liturgia, ribadendo la sacralità contenuta nella traditio cattolica, contro una protestantizzazione della Chiesa di Roma, che ha rischiato di fare la fine, appunto delle confessioni luterane. Un pontificato teologico e dottrinale, ma attento all’attualità, e all’ecumenismo sopratutto nei confronti dell’Oriente cristiano. Se poi oggi cercassimo di fare lo sforzo di capire il discorso di Ratisbona, anzichè essere smarriti come siamo, probabilmente capiremmo molto su come comportarci oggi, con molti migranti che chiedono da un lato, e la minaccia dell’Isis da un altro.Penso che nei prossimi decenni dovremo “digerire” molto su quanto detto e scritto da Papa Benedetto, un gigante della Chiesa.Ma anche un gigante di umiltà: in controtendenza per questo secolo, la decisione della rinuncia, della vita ritirata. Possa Dio conservarti come pietra viva e faro di umiltà.Perchè della preghiera di un Papa, emerito, in vita, si può nutrire con grande giovamento tutta la Chiesa. Un augurio che è anche un sentito “grazie”.