Settimana decisiva per Siena. La città da mesi ormai vive una sorta di redde rationem a tutti i livelli, una specie di giro della morte in cui nessuno si sente escluso. E mentre la città si prepara ad accogliere le migliaia di dipendenti bancari del Mps che marceranno compatti per le vie del centro (leggi), nei palazzi del potere e della politica si fanno scenari, si consolidano vecchie alleanze e se ne profilano di nuove. Forse a chi sta perdendo il lavoro o a chi ha deciso di scioperare dopo 16 anni tutto questo potrà non interessare. Ma ci sembra comunque giusto registrare i movimenti della città.
Patto di ferro nel Pd Nei prossimi giorni si capirà ad esempio se quel cartello elettorale formatosi intorno alla candidatura di Franco Ceccuzzi a sindaco di Siena, e costruito “a freddo” da un patto – finora – di ferro all’interno del Pd senese tra Ceccuzzi, Alberto e Alfredo Monaci, reggerà allo “stress test” della settimana. Il test è quello delle nomine nel cda di Banca MPS. Dai nomi che verranno fuori si capirà se il patto a tre è ancora valido o se la volontà che sembra appartenere al Sindaco di chiudere con la stagione dei reciproci scambi è reale.
I rulli di tamburi In effetti i tre protagonisti della nascita del Pd senese, che ha messo da parte tutte le altre “componenti” (Cenni, Starnini, Fiorenzani…), hanno in questi anni massimizzato l’efficacia del patto tripartito: oggi uno è sindaco e gli altri, rispettivamente, Presidente del Consiglio Regionale e Consigliere di Amministrazione del Monte dei Paschi. Da mesi però rullano tamburi di guerra, con l’inizio delle ostilità sancito dal plateale attacco di Ceccuzzi a mezzo stampa alla poltrona della Fondazione Mps nel nome di una “discontinuità” (leggi), e proseguito nelle felpate stanze del potere bancario con la richiesta a Ernesto Rabizzi, vicepresidente della Banca, di farsi da parte per cedere il posto a Fabrizio Viola. Ultimo, in ordine di tempo, lo scontro istituzionale molto forte, con un chiaro messaggio di sfiducia da parte delle istituzioni comunali e di alcuni sindaci al Direttore dell’Ospedale delle Scotte Paolo Morello, anch’esso “in quota” Alberto Monaci. Si racconta anche di un viaggio a Firenze del sindaco per perorarne l’allontanamento da Siena al presidente Enrico Rossi. Che però avrebbe negato.
Nervosismo in Consiglio Comunale Tutti questi tentativi in corso di “discontinuità” (per adesso andati a vuoto ma chissà cosa ci riserva il futuro) sono sembrati indirizzati soprattutto nei confronti di Alberto Monaci. Il quale, dalla sua, ha in Consiglio comunale una piccola pattuglia di due consiglieri che mostrerebbe un certo nervosismo con il resto del gruppo democratico. Mentre per ora la pattuglia di Alfredo Monaci, più numerosa e composta da 4 elementi, sta ferma. Forse in attesa degli eventi di questa settimana quando verranno decisi identikit e nomi per Rocca Salimbeni. Non è mistero per nessuno, infatti, che Alfredo intenda restare dov’è e, se possibile, salire un gradino in più.
Nuovi equilibri o scontro finale Dalla lista che presenterà la Fondazione Mps si capirà dunque se lo scontro è reale e finale oppure se sono stati “solo” passaggi per raggiungere un nuovo equilibrio nella “Triplice Intesa” che governa il Pd senese. Un equilibrio che, forse potrebbe comporsi anche di altre poltrone quali ad esempio il seggio alla Camera del 2013, la ormai certa scomparsa della Provincia, la vendita di Biverbanca, le varianti al Regolamento urbanistico. E c’è già chi giura che esistano dei Piani B nel caso in cui alcuni lati di questi Triangolo non dovessero più far parte dell’Intesa. Altri consiglieri comunali e forze politiche starebbero bussando alle porte del sindaco.
Forse tutto questo può sembrare fantapolitica, o solo un divertissement giornalistico. Ma anche questo, in qualche modo, ha a che fare con il futuro di Siena e delle migliaia di dipendenti che venerdì marceranno compatti sulle lastre della città.