I filosofi lo chiamavano «Zeitgeist», lo spirito dei tempi. E quello che si sta vivendo in queste ore a Siena è ben rappresentato dal Cencio presentato nel Cortile del Podestà dall’artista Claudio Carli e accolto dagli applausi dei senesi (leggi). Da ieri nell’aria si respira qualcosa di nuovo e di antico al contempo come solo Siena sa.
Ci voleva la memoria della visita ottocento anni fa del poverello d’Assisi, Francesco, a ricordare a tutti i valori dell’umiltà e della semplicità. Valori morali da cui la comunità può ripartire in questa fase difficile. Quel saio sulle tonalità del grigio con la balzana cucita addosso potrebbe essere l’emblema di una rinascita della città all’insegna di un ritorno a valori più importanti, accantonati in questi anni di gaiezza spensierata e trionfante edonismo.
Intanto, oggi si riunisce il cda di banca Mps per approvare il piano industriale 2012/15. E forse la città scoprirà veramente di essere un po' più povera. E che niente d’ora in poi sarà come prima. Dovevano essere trovati 3,2 miliardi di Euro (lo chiede l’autorità bancaria europea per la fine di giugno) e il board di Rocca Salimbeni non poteva ricorrere ad un nuovo aumento di capitale per evidenti ragioni.
Profumo e Viola hanno proceduto ad una cura dimagrante dei costi e si apprestano a chiedere sacrifici a tutti. Non proprio ad indossare un saio ma poco ci mancherà. Un tempo «entrare al Monte» era sinonimo di 14/15esime, di vita agiata, magari con qualche anno di trasferta. Ma di vita lavorativa tranquilla fino alla pensione. Da oggi significherà probabilmente contratti di solidarietà, riduzioni degli stipendi, trasferimenti forzosi e altri sacrifici.
Dove non arriveranno con i tagli, i vertici della banca andranno a bussare al Governo che, pare dovrebbe concedere un rifinanziamento di 1,2 miliardi dei Tremonti bond. Anziché restituirli come già fatto da altre banche (Banco popolare, Creval e Bpm) il Monte ne chiede altri ai 1,9 miliardi del 2009. Repubblica calcola che dovrebbero costare ogni anno 300 milioni in interessi, in pratica quasi l’intero valore del risultato operativo del gruppo. Dunque, si preannuncia che anche per il prossimo anno non ci saranno utili da distribuire. La Fondazione non avrà alcun dividendo del suo 36% di azioni. Anzi, il rischio è che nel dover restituire il prestito, la Banca sarà costretta, magari tra «tre-cinque anni», ad un nuovo aumento di capitale. Una ipotesi che apre scenari inquietanti per Siena e che fa tornare in mente il fraticello d’Assisi.
Francesco, secondo la tradizione, era venuto a Siena per dividere le fazioni della città in lotta. Era figlio del ricco mercante di stoffe Bernardone, ma decise di indossare un misero saio, simbolo di umiltà e povertà. Oggi è divenuto simbolo della rinascita di una Chiesa e di un’Italia migliore. Speriamo che faccia il miracolo anche a Siena. Lo spirito dei tempi sta cambiando.