Imparare l’educazione stradale con l’aiuto di Clet Abraham, l’artista molto amato e conosciuto per le sue opere sui cartelli stradali, cercando di parlare lo stesso linguaggio dei giovani: “Segnali – fra regole e libertà” è il titolo del progetto, primo in Italia, che sarà inaugurato sabato 31 gennaio nella sala del Consiglio Comunale di Dicomano (Firenze).
L’importanza di desacralizzare le regole Il progetto comprende una mostra diffusa delle opere di Clet che diventano un metodo per lanciare un importante messaggio alle giovani generazioni. «Clet è un artista contemporaneo che con la sua arte di strada ci costringe a riflettere sulla necessità di desacralizzare le regole – afferma il sindaco di Dicomano Stefano Passiatore – e ci spinge a chiederci quanto l’eccessiva produzione di queste ci porti a deresponsabilizzare i cittadini».
«Vittoria contro le pigre zavorre di chi non vorrebbe cambiasse niente» I più noti ‘interventi urbani’ di Clet sono i segnali stradali, “modificati” grazie a particolari stiker che diventano vere e proprie opere d’arte, non modificandone la leggibilità. I suoi interventi mettono l’accento sulla produzione sempre maggiore di segnaletica che rischia di non sollecitare la responsabilità della persona, che si ritrova a dover passivamente seguire delle regole imposte. La mostra sarà diffusa su tutto il territorio comunale e l’applicazione non comporterà la sospensione dell’effetto della segnaletica. I cartelli modificati non saranno danneggiati perché l’intervento sarà reversibile essendo realizzato tramite un semplice stiker e non saranno coinvolti nella mostra i cartelli in punti particolari del paese come incroci pericolosi. «Dicomano è il primo comune che mi invita ufficialmente a lavorare sui cartelli stradali dell’intero paese (dopo aver realizzato un intervento circoscritto nel Comune di Calenzano) – spiega proprio Clet Abraham -. Oltre ad essere una soddisfazione personale, è una vittoria contro le pigre zavorre di chi, per comodità o per semplice ottusità, non vorrebbe cambiasse niente».