Foto Fb Il Santuario ritrovato

SAN CASCIANO DEI BAGNI – A San Casciano dei Bagni nel Senese, gli archeologi sono impegnati da tre anni in uno scavo che ha già fatto parlare di sé. Ma la vera sorpresa, racconta dall’archeologo Jacopo Tabolli, è arrivata in queste ultime settimane con la scoperta delle reali dimensioni del santuario, che era stato degli etruschi e che i romani nei primi secoli dell’impero vollero rifondare rendendolo monumentale.

Eccezionale al punto da ordinare alla zecca il conio di un tesoro di sfavillanti monete in argento, oricalco e bronzo destinate forse proprio alle offerte dell’imperatore, per onorare quegli dei che dovevano vegliare sulla sua salute e su quella dei tanti notabili romani pronti ad affrontare il viaggio verso questo luogo sacro.

All’Ansa ha detto il Ministro della cultura Dario Franceschini: “I ritrovamenti di queste settimane confermano l’importanza dello scavo di San Casciano e del lavoro egregio portato avanti in questi anni”. Un lavoro, annuncia il ministro, “che sarà valorizzato da un investimento dello Stato per dare ai reperti e allo loro storia una sede espositiva che aiuterà anche il rilancio del territorio”.

Il dg musei, Massimo Osanna annuncia che ci sono già i fondi per dare vita a San Casciano ad un museo interamente dedicato alle scoperte del Bagno Grande: “Lo apriremo in un palazzo cinquecentesco del centro storico – anticipa Osanna- per allestirlo con i reperti già scavati e quelli che arriveranno”.

All’indomani della scoperta nel 2021 del cuore del santuario, costituito da una vasca sacra al cui interno le archeologhe e gli archeologi del progetto hanno portato alla luce migliaia di monete romane, più di quaranta statue e statuette in bronzo – tra cui lo splendido putto etrusco di San Casciano – offerte vegetali alle divinità delle acque calde, tra l’inverno e la primavera 2022 è iniziata l’avventura di studio e ricerca. Più di sessanta studiose e studiosi di quindici enti di ricerca si sono avvicendati tra il sito archeologico a San Casciano dei Bagni e il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza a Grosseto. Dalle analisi fisiche applicate, allo studio dei resti organici e archeometrici la ricerca ha confermato l’eccezionalità del Bagno Grande di San Casciano, con le sue acque e i suoi tesori.

 

Con l’inizio dell’estate il borgo di San Casciano dei Bagni si è popolato come di consueto di studenti e studentesse di archeologia provenienti da tutto il mondo. Tra le strade del paese, lungo i sentieri del territorio, dentro i magazzini del museo delle Stanze Cassianensi, ma soprattutto sul cantiere di scavo del Bagno Grande si sono mescolate lingue e culture diverse, tradizioni di ricerca e scavo differenti, in un incontro incredibile. Non solo archeologhe e archeologi dalle Università di Siena, Pisa, Firenze, Roma, Salerno, Lecce, Sassari, ma anche da Dublino, da Nicosia a Cipro, e poi da Leiden, fino a Buffalo negli Stati Uniti.

E mentre si sono moltiplicate le esperienze di condivisione attorno al santuario etrusco e romano di San Casciano dei Bagni, così il cantiere di scavo in concessione dalla Direzione Generale del Ministero della Cultura al Comune di San Casciano dei Bagni, si è ingrandito, abbracciando nuove parti del paesaggio archeologico antico attorno alle polle di acqua calda. E si sono moltiplicate le scoperte.

 

Nella serata saranno presentati per la prima volta alla comunità di San Casciano dei Bagni alcuni dei tesori rinvenuti. Sarà un viaggio tra il bronzo di organi anatomici dedicati alle divinità, tra le nuove strabilianti monete antiche riemerse dallo scavo, tra i segni tangibili di incendi e crolli, tra il travertino di nuovi antichi altari riemersi dal fango, seguendo soprattutto l’eco lontana di orecchie sacre cui gli etruschi e romani affidavano le loro preghiere.

Questo percorso affascinante di ricerca e di scavo sarà raccontato tramite le voci dei protagonisti e delle protagoniste di questa avventura. Un percorso possibile grazie al continuo sostegno economico del Comune di San Casciano dei Bagni, della Soprintendenza Abap di Siena, Grosseto e Arezzo che ha dedicato un importante finanziamento dedicato in particolare ai restauri degli eccezionali reperti in bronzo e dei generosi contributi ricevuti anche dalla Fondazione Vaseppi, dalla Fondazione Friends of Florence, nella forma di borse di studio e di un assegno di ricerca come post-dottorati presso l’Università per Stranieri di Siena. Un particolare ringraziamento va alla Società Ergon Srl che ha contribuito tramite Art Bonus e alla Società Heureka Ambiente ha donato attrezzature.

 

Le dichiarazioni

 

La Sindaca Agnese Carletti ha dichiarato: “Questo progetto rappresenta per San Casciano un’opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita. Ed è in questa ottica che lo stiamo gestendo: le archeologhe e gli archeologi che ospitiamo provengono da tutto il mondo e quest’anno popolano il nostro territorio per ben quattro mesi. Ma non solo, infatti molti di loro iniziano a vedere qui un futuro, lavorativo e personale. Tutto questo con il coinvolgimento della comunità che ha l’opportunità di diventare sempre più consapevole della propria storia e quindi più artefice del proprio futuro. I borghi possono vincere la battaglia allo spopolamento che combattono ogni giorno anche e soprattutto grazie a progetti come questo, progetti che nascono dal basso, che pian piano scavano le coscienze di chi li vive da sempre e di chi li scopre per la prima volta. A noi Istituzioni il compito di far sì che tutto questo si trasformi in una reale opportunità di sviluppo, cosa che stiamo facendo insieme al Ministero della Cultura, alla Regione Toscana e all’Università per Stranieri”.

 

Il prof. Jacopo Tabolli, etruscologo dell’Università per Stranieri di Siena e direttore del progetto scientifico ha dichiarato: “Questo scavo è un esperimento eccezionale in itinere di mediazione culturale. Qui non solo si incontrano giovani archeologhe e archeologi provenienti da tutto il mondo, ma attorno allo scavo, nei laboratori di analisi e restauro, nelle università, lavorano con noi fianco a fianco studiose e studiosi di tradizioni diverse, di generazioni diverse. Quello che è sempre stato nei secoli lo spirito di accoglienza del sito termale del Bagno Grande, si ricrea in un percorso di ricerca muti-disciplinare e accogliente. Ad ogni passo lo scavo diventa più complesso, fitto di interrogativi, cui solo un team composito può provare a fornire risposte. Al contempo la scelta di narrare il progetto in corso e le scoperte ai cittadini San Casciano significa restituire il divertimento dell’avventura della ricerca alla comunità locale. Anche questo incontro, nel supporto costante dell’Amministrazione Comunale, delle associazioni e del Gruppo Archeologico in particolare, diviene il centro di quella mediazione culturale che lo scavo del Bagno Grande vuole provare ad essere”.

 

La dott.ssa Ada Salvi, funzionaria archeologa della Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ha dichiarato: “L’esperienza di Bagno Grande, grazie alla partecipazione di numerose e diverse istituzioni coinvolte a vario titolo nello scavo, nello studio e nella conservazione del sito e dei reperti, costituisce per la Soprintendenza un inestimabile momento di arricchimento oltre che un importante rafforzamento della tutela del patrimonio archeologico. Il nostro territorio si caratterizza per una fitta rete di siti connessi all’uso dell’acqua nell’antichità sui quali sono attualmente in corso lavori di restauro, scavo e valorizzazione, e per i quali auspichiamo, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e degli altri enti di ricerca interessati, una messa in rete strutturale per una loro miglior valorizzazione e conoscenza. Bagno Grande ne rappresenta la “punta di diamante” e il modello per l’ottenimento di risultati di fondamentale interesse non solo per la comunità scientifica ma anche per il tessuto locale, vero detentore del proprio patrimonio culturale”.

Il direttore di scavo Emanuele Mariotti ha dichiarato: “La campagna di scavo 2022 ha visto un’organizzazione completamente nuova del lavoro e dell’area, via via sempre più complessa e più ricca. Finalmente fuori dall’emergenza Covid che ha purtroppo accompagnato le prime stagioni di questa straordinaria esperienza, il team si è avvalso di nuove professionalità ed esperienze: archeologhe e archeologi si sono divisi settori di lavoro, con precise responsabilità, affrontando ogni singola parte di quello che è un lavoro dalle mille sfaccettature. Ancora una volta, il lavoro di squadra, sempre più consapevole e ricco di competenze, ha portato risultati straordinari che devono essere ascritti a tutto il progetto. Il cantiere archeologico del Bagno Grande è tra quelli più complessi per difficoltà tecniche, logistica, stratigrafie archeologiche invase dell’acqua ed eccezionalità del contesto: una responsabilità enorme che è state affrontata al meglio sul campo e nelle fasi di studio che hanno accompagnato ogni giorno il nostro lavoro. E oggi, sia pur ancora a metà del nostro cammino, siamo orgogliosi di mostrare i risultati ottenuti”.