Riparte l’altoforno Lucchini di Piombino. Il gruppo Cevital e il suo fondatore Issad Rebrab sono arrivati al ministero dello Sviluppo Economico, convocati dal viceministro Claudio De Vicenti, spiegando la loro intenzione di far ripartire l’area a caldo, intanto dismettere e bonificare gli impianti vicino alla città per far sorgere in quell’area l’agroalimentare e contemporaneamente dare inizio alla costruzione del forno elettrico fuori dall’area urbana, nella cosiddetta palude. Un impegno che ammonta a un miliardo di euro solo per il settore siderurgico e che cambia radicalmente rispetto al progetto originario, che invece prevedeva la costruzione ex novo di due forni elettrici. Il piano sarà condotto a step e sarà seguito da due tavoli tecnici ministeriali (uno infrastrutturale e uno ambientale) a cui spetterà il compito di valutare le procedure da adottare. Cevital fa ripartire la siderurgia e mantiene l’occupazione dice il governtore Enrico Rossi.
Verso un nuovo forno La volontà degli algerini è quella di procedere con il mantenimento dell’area a caldo e contemporaneamente di costruire anche un nuovo forno elettrico da realizzare nell’area periferica di Ischia di Crociano. Per fare questo Cevital pensa per il momento di procedere con la richiesta delle autorizzazioni per la riaccensione dell’altoforno acquistando coke dall’esterno, dal momento che la vecchia cokeria ormai spenta da mesi è troppo obsoleta. Nel piano ci sarà anche la costruzione di una nuova cokeria che verrà realizzata in futuro vicino all’altoforno, nella stessa area dove verrà spostata anche l’acciaieria consentendo la liberazione di spazi significativi da destinare alla diversificazione siderurgica e nello specifico all’agroalimentare.
I tempi si allungano Per rimettere in ordine l’altoforno, fermo dall’aprile scorso, per i tecnici Cevital saranno necessari cinque mesi, mentre sembrano ancor più lunghi quelli per ottenere le autorizzazioni. A effetto domino, poi, slitteranno anche l’inizio dei lavori per la costruzione del forno elettrico. Il passaggio ufficiale di proprietà, al contrario, resta fissato all’inizio di maggio, lo stesso periodo in cui Cevital assicura di dare il via alla nuova serie di ammortizzatori sociali per 1.860 lavoratori (anche se ancora non è stata stabilita la forma). «La compatibilità ambientale è un requisito fondamentale rispetto al quale non è pensabile recedere – commenta il sindaco Massimo Giuliani – il Comune sarà quindi impegnato sia per i controlli ambientali sia sul piano di una nuova programmazione urbanistica legata ai nuovi scenari che si potrebbero prospettare con la liberazione di alcune aree interne allo stabilimento».