Al via i primi passi della nuova Centrale del latte d’Italia spa, che nascerà dalla fusione per incorporazione della Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno nella centrale del latte di Torino. La giunta comunale di Firenze ha approvato lo schema di statuto sociale di Centrale del Latte d’Italia e il Patto parasociale. La delibera andrà ora in Consiglio comunale per l’approvazione finale. A seguito della fusione il Comune di Firenze deterrà una quota di circa il 12,25% del capitale sociale della società Centrale del Latte d’Italia (il quale ammonterà a euro 28.840.041,20 pari a 14.000.020 azioni complessive in regime di dematerializzazione ed assegnate attraverso il competente sistema di gestione accentrata con effetto dalla data di efficacia della fusione). Nessun onere verrà posto a carico degli azionisti per le operazioni di concambio.
Tutela del sito produttivo e dei livelli occupazionali La società sarà quotata nel segmento Star del mercato telematico (così come è già la centrale di Torino) e tra gli elementi fondamentali dell’operazione la delibera evidenzia, in merito alla Mukki, «il consolidamento e la tutela del sito produttivo quale importante realtà istituzionale locale; il rafforzamento patrimoniale; la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali; la salvaguardia dell’intera filiera produttiva e agroalimentare delle regioni interessate attraverso il mantenimento delle forniture da parte degli agricoltori locali; il mantenimento e l’investimento nello sviluppo dei marchi locali; una integrazione geografica dello stabilimento di Firenze con i quattro stabilimenti Torino; l’ampliamento della zona di distribuzione dei prodotti di entrambe le società e la continuità del management esistente».
Verso il terzo polo Nel patto parasociale è contenuto l’impegno a non trasferire le azioni sindacate (fatte salve eventuali Opa o Ops su almento i 2/3 de capitale sociale della società post fusione) mediante Lock up per un periodo di due anni dalla data di efficacia della fusione e che al termine del periodo si prevede il diritto di prelazione a favore dei soci in caso di cessione delle azioni. La valutazione sull’eventuale graduale disimpegno del Comune sarà rinviata al termine del periodo di lock up. «Questa delibera – ha sottolineato l’assessore a bilancio e partecipate del comune di Firenze, Lorenzo Perra – conferma la direzione intrapresa dall’amministrazione, ovvero quella di dare vita al terzo polo caseario d’Italia dopo Parmalat e Granarolo valorizzando le eccellenze delle due aziende della Toscana e di Torino e dei rispettivi territori e nel massimo rispetto dei prodotti, del territorio e dei livelli occupazionali. I prossimi passaggi della delibera saranno l’esame nelle commissioni controllo e lavoro e l’approvazione da parte del consiglio. Mi auguro che l’assemblea cittadina, come già accadde per l’approvazione unanime degli indirizzi di fusione, accolga questa delibera con la più ampia maggioranza possibile».