LIVORNO – Nuovo sbarco di migranti sulle coste toscane. La Life Support di Emergency è attraccata questa mattina a Livorno con 35 persone a bordo.
“Sono tutti uomini adulti, quindi la situazione è più semplice da gestire rispetto ad altre volte”, ha affermato l’assessore regionale alla Protezione civile, Monia Monni, che ha aggiunto: “Sono tuttavia, come sempre in questi casi, persone molto provate, psicologicamente e fisicamente, che portano sul corpo e nello spirito i segni delle torture subite nei lager libici. Molti hanno vaste ustioni dovute alla permanenza in barche piccolissime e a stretto contatto, se non addirittura immersi, nei loro escrementi e nel carburante”.
E ancora: “Questi di oggi sono stati costretti a quattro giorni di navigazione in più, il che è stata francamente un’incomprensibile forma di tortura, dal momento che Livorno non è certo il porto di prima accoglienza. Noi, chiaramente, non ci sottraiamo al nostro dovere e mettiamo a disposizione quanto possibile per offrire le migliori soluzioni. Siamo qua per accoglierli, non soltanto nel porto di Livorno ma più in generale in Toscana, che è terra di accoglienza diffusa”.
Presente anche l’assessore Serena Spinelli: “La Toscana, anche stavolta, risponde all’accoglienza con il suo volto migliore e con umanità. Quello che tuttavia non comprendiamo, che anzi riteniamo essere stato motivo di ulteriori sofferenze, è l’aver imposto alla nave 670 miglia e quattro giorni di navigazione dal luogo del salvataggio”.
La Life Support di Emergency, la cui missione è coordinata da Albert Mayordomo, ha raccolto i profughi sbarcati a Livorno nel cosiddetto Sar maltese, ovvero in acque internazionali a sud di Malta, non distante da Lampedusa. Quello di Livorno non era dunque il porto più vicino. I migranti arrivano da Palestina, Siria e Bangladesh. Erano partiti da Tobruk, in Libia, già da alcuni giorni ed erano senza cibo né acqua quando a fine aprile sono stati raccolti in mare aperto.