«Il delitto di Ashley Olsen a Firenze non sarebbe avvenuto se la vittima ed il suo assassino non si fossero imbottiti di cocaina, utilizzo al quale evidentemente entrambi purtroppo erano abituati». Così il Procuratore Capo della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo a Scandicci parlando davanti a 200 studenti dei licei fiorentini in un’iniziativa dell’Osservatorio Giovani editori. Tanti gli argomenti affrontati dal magistrato messinese classe ’55, a partire dai recenti sviluppi sul caso dell’omicidio avvenuto lo scorso gennaio a Firenze ovvero quello della cittadina americana. Infatti secondo indiscrezioni di stampa non coinciderebbero i tempi della morte della Olsen con l’orario di uscita dalla casa della ragazza rimasta uccisa dell’accusato dell’omicidio, il senegalese, Cheick Diaw.
Non ci sono nuovi indiziati per la morte di Olsen «La ragazza, senza l’uso di cocaina, non avrebbe mai accettato di andare a casa con uno sconosciuto» ha aggiunto il Procuratore Capo, scongiurando, però, al momento altri indiziati per la morte avvenuta nel quartiere di Santo Spirito. Proprio in merito alle polemiche che a volte la stampa può alimentare, è delle ultime ore il dibattito in tema giustizia su magistrati e mondo politico. «Cosa penso delle recenti polemiche magistrati-politici? Non entro in queste polemiche, ne’ in quelle verso i giornali che fanno processi mediatici. -ha sottolineato ancora il procuratore capo di Firenze- Io sono convinto che la esposizione pubblica che il nostro ruolo gioco forza ci da’, ci impone riservatezza e continenza. I magistrati hanno un loro pensiero ma su certi temi, temi che si voglia o non si voglia vanno ad incidere nel dibattito pubblico, devono avere terzietà assoluta che deve essere formale ed informale».
«Intercettazioni?Da evitare quelle pruriginose e irrilevanti» Infine Creazzo ha parlato di un argomento che spesso ha portato a polemiche in sede di indagini ed approfondimento dei reati. «Le intercettazioni non rilevanti e per certi versi pruriginose dovrebbero essere il più possibile evitate, non dovrebbero emergere in qualsiasi documentazione, anche perchè in quanto irrilevanti sono destinate ad essere distrutte -ha sottolineato Creazzo, autore con altri colleghi di procure di grandi città di una direttiva per richiamare gli operatori del settore della giustizia, in particolare magistrati inquirenti e Polizia Giudiziaria, a osservare una particolare attenzione alla tutela della privacy, come impone già la legge sulla privacy, quando si trascrivono le intercettazioni telefoniche degli indagati – In questa direttiva, abbiamo meglio precisato la maniera di documentazione delle intercettazioni telefoniche, che restano uno strumento indispensabile. Non possiamo fare indagini nel campo della corruzione della pubblica amministrazione, del terrorismo e della criminalità organizzata senza far ricorso alle intercettazioni – ha concluso il Procuratore Capo di Firenze- Intercettando non emerge solo l’eventuale comportamento delittuoso dell’indagato ma anche la sua sfera personale, privata, compreso il suo orientamento sessuale; tutto ciò è oggetto del codice della riservatezza personale, e a quello ci dobbiamo attenere nella trascrizione».