FIRENZE – C’è il marchio degli stranieri sull’imprenditoria fiorentina. Negli ultimi 9 anni i titolari non italiani sono aumentati quasi del 30%, portando le aziende da 14.372 a 18.622 (circa 2 su 10).
Di contro, quella locale è diminuita dell’1,5% (dalle 109.266 imprese del 2013 alle 107.628 del 2022). Un esercito di 20.882 imprenditori, il 14,7% del totale (quasi 5 punti percentuali in più rispetto al dato medio nazionale), in crescita del 24,3% negli ultimi 10 anni, in base al Rapporto della Fondazione Leone Moressa per il 2021. Secondo i dati della Camera di Commercio di Firenze, si tratta di imprese localizzate per il 71,1% nell’area urbana Fiorentina, per il 17.2% nell’Empolese Valdelsa, per il 5,8% nel Mugello Val di Sieve, per il 3% nel Chianti e per il 2,9% nel Valdarno Superiore.
I settori che la fanno da padrone sono commercio (31.5% delle imprese), costruzioni (il 27.9,7%), manifatturiero (21,6%), servizi alle imprese (15.9%). “Una crescita collegabile alla salda motivazione personale di molti stranieri che, spesso, aprono un’attività dopo esperienze maturate come dipendenti. Un’occasione di benessere ed un ascensore sociale per le famiglie di provenienza, ma anche un fattore di coesione per la società nel suo insieme. Una propensione imprenditoriale che è diffusa ma poco valorizzata benché, se opportunamente accompagnata da politiche adeguate, potrebbe innescare una spinta imprenditoriale importante per stabilità, coesione, crescita e occupazione”, ha dichiarato Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana.
Si tratta di imprese che occupano 38.189 persone, una cifra tutt’altro che residuale rappresentando il 10% degli addetti totali (per dire, l’imprenditoria giovanile ne rappresenta il 3,5%). Imprenditori che, insieme a immigrati che svolgono un lavoro dipendente, hanno prodotto 1.424 milioni di euro in redditi e 227 milioni di Irpef.