Nella lotta all’ecomafia e agli ecoreati in Toscana «arrivano i primi segnali d’inversione di tendenza, dopo l’introduzione della legge sui delitti ambientali (la 68/2015, ndr) e un’azione repressiva pià efficace». È quanto emerge dal rapporto “Ecomafia 2016” presentato a Firenze da Legambiente. La Toscana tuttavia, nonostante l’associazione registri un calo sui valori assoluti, mantiene la posizione più alta in classifica tra le regioni del centro-nord e rimane stabile al settimo posto nella classifica nazionale, subito dopo quelle a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio e Sardegna.
Lotta alle ecomafie in Toscana A parlare ancora una volta sono i numeri: 1.832 infrazioni accertate (corrispondenti al 6,7% sul totale dei reati accertati su scala nazionale). In linea generale, «quest’anno si registra – si sottolinea nell’analisi – un decremento nel settore del racket degli animali ed un lieve calo per i reati nel ciclo dei rifiuti», da 365 a 293 infrazioni accertate. Rimangono sostanzialmente invariati quelli legati al cemento, che collocano la Toscana al sesto posto, con il 6,9% sul totale. Come stabili restano i settori storicamente trainanti dell’eco-criminalità toscana, come le archeomafie, che vede ormai da un lustro la regione solidamente al quarto posto con 56 furti di opere d’arte nel corso del 2015. Rispetto allo scorso anno scende il numero di denunce (da 1.726 a 1.586), di sequestri (da 397 a 289) e degli arresti (da 8 a 3). Legambiente inoltre, ha raccolto ed elaborato i dati relativi all’applicazione della legge 68 dal 29 maggio 2015 al 31 gennaio 2016 da parte delle forze dell’ordine (il Corpo della Forestale, dei Carabinieri, della Guardia di finanza e la Capitanerie di Porto). In questo arco di tempo, a fronte di 4.718 controlli effettuati, sono state contestate ben 947 violazioni (tra penali e amministrative), con 1.185 persone denunciate e il sequestro di 229 beni, per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro. Sulla base dei dati disponibili, la Toscana quindi si colloca al terzo posto con 73 ecoreati accertati.
I dati in Italia Il maggior numero di sequestri è stato riscontrato in Puglia (28), seguita dalla Calabria (25) e, appunto, dalla Toscana (22). Anche sul traffico illecito dei rifiuti la regione si conferma al settimo posto «con cifre preoccupanti»: 293 reati accertati nel 2015, il 5% del totale nazionale, aumentano le persone denunciate (455), e gli arresti salgono a 18, mentre diminuiscono i sequestri effettuati (71). «Un anno di esercizio della legge 68/201 5- sottolinea Fausto Ferruza, presidente di Legambiente Toscana – ci obbliga a fare un primo bilancio di questa nuova fase che si è aperta nel maggio dell’anno scorso. Da questo punto di vista e’ lusinghiero e sorprendente constatare l’attività di deterrenza che sta già svolgendo questo nuovo ordinamento normativo. Quando il criminale sa che non se la caverà più con una semplice multa, usa più prudenza; è meno sfacciato».
Attività di controllo e repressione Per Giuseppe Vadalà, comandante regionale della Forestale toscana, i dati fanno della Toscana la regione «con il più alto numero di reati rilevati nel centro-nord. Se questo rileva come i fenomeni per questo tipo di crimini siano diffusi nella nostra regione, dall’altro non si può non porre in rilievo l’intensa attività delle forze di polizia finalizzata a bloccare e creare deterrenza verso questi criminali dell’ambiente e del territorio». Nonostante il dato stabile nella classifica di Legambiente anche nel ciclo del cemento «non si riesce a voltare pagina. Il mattone selvaggio è servito in alcuni contesti per spalancare le porte alle ditte in odore di mafia». In questo settore anche quest’anno la Toscana mantiene la sesta posizione, anche se diminuiscono le infrazioni accertate da 402 a 342, (il 6,9 % sul totale nazionale), delle persone denunciate (412) ma aumentano i sequestri effettuati (da 89 a 106). Il rapporto invece segnala un «lieve miglioramento» sul racket degli animali: bracconaggio, commercio illegale di specie protette, allevamenti illegali, pesca di frodo. Ma anche le nuove norme contro il maltrattamento degli animali di affezione. In tutto 404 infrazioni accertate, con una percentuale sul totale del 4,8% in diminuzione rispetto all’anno precedente, 338 denunce, 111 sequestri. Va peggio sul fronte incendi. La Toscana, infatti, sale in negativo di una posizione dal settimo posto al sesto nella classifica nazionale. Aumentano notevolmente anche le infrazioni accertate (da 85 a 318) con il 7,1% sul totale, così come i sequestri effettuati e le persone denunciate (da 20 a 47), dato che conferma la Toscana seconda regione in Italia in questo settore per numero di denunce.