Fare chiarezza sulla vicenda Banca Etruria anche a seguito delle copiose notizie che, in questi ultimi giorni, stanno riempiendo le pagine del l’informazione. Un concetto che viene nuovamente ribadito, una volta per tutte. «I direttori di filiale o gli operatori sottoposti ad indagine non hanno alcuna responsabilità rispetto ai danni subiti dai consumatori». È quanto dice la First-Cisl di Arezzo per voce del suo avvocato, Maurilio d’Angelo. «Nelle memorie, che abbiamo depositato fra maggio e giugno di quest’anno, è chiaramente evidenziato che il ruolo di controllo rispetto alla emissione, alla adeguatezza ed alla appropriatezza dei titoli obbligazionari è sempre appartenuto agli organi di vertice e di alta amministrazione di Banca Etruria. Analogamente il controllo periodico era esercitato dal comitato prodotti e dal risk management. Ciò ha trovato riscontro non solo nella copiosissima documentazione fornita agli organi inquirenti, ma anche nell’avvio del procedimento della Consob, che ha inviato una specifica contestazione ai sensi del testo unico finanziario, solo agli organi di vertice evidenziando che solo a questi ultimi appartenesse la corretta vigilanza», specifica una nota del sindacato.
La presa di posizione Il messaggio è chiaro: «i colpevoli ci sono ma non si trovano all’interno delle filiali di Banca Etruria». «Pertanto, in questa circostanza, i direttori di filiale o gli operatori non erano né potevano essere a conoscenza di alcunché e, né dalla vendita, hanno tratto alcun vantaggio. Ne è riprova che, alcuni di loro, hanno ricevuto valutazioni professionali peggiorative rispetto agli altri anni nonostante la vendita dei titoli e, anche sotto l’aspetto economico, non vi è mai stato il riconoscimento di alcun premio legato alle operazioni di vendita. Si sottolinea che, in alcuni casi – prosegue D’Angelo -, sono stati gli stessi operatori ad aver acquistato per sé o per familiari i titoli in oggetto. Il sottoscritto ed i lavoratori che rappresento manifestano piena fiducia nella Procura di Arezzo e auspicano che l’organo inquirente possa, serenamente, valutare gli inequivocabili elementi forniti (la cui produzione e avvenuta nell’interesse di tutti gli indagati iscritti alla Firs Cisl); peraltro, per una vicenda analoga in cui indagato è un mio assistito, la procura di Isernia ha richiesto l’archiviazione sul principio. Ci auspichiamo che, interessi estranei alla corretta giustizia (anche di natura politica), non trovino ingresso in una vicenda nella quale consumatori, direttori, dipendenti nonché il tessuto imprenditoriale del territorio risultano gravemente danneggiati».