metalmeccanicoOtto ore di sciopero e manifestazione regionale a Livorno, venerdì 10 giugno. È l’iniziativa indetta da Fim, Fiom, Uilm per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici. Saranno oltre venti i pullman che porteranno nella città dei quattro mori le tute blu da tutte le province toscane. Previsto un corteo per le vie della città, con concentramento alle ore 9,30 in piazza della Repubblica e comizio finale in piazza del Luogo Pio, con interventi delle delegate e dei delegati delle aziende toscane con le conclusioni, a nome di tutte e tre le sigle sindacali, affidate a Michela Spera della Segreteria nazionale Fiom-Cgil.

I motivi della protesta Lo sciopero rientra nella mobilitazione nazionale articolata in tre giorni: prima tappa oggi nel nord Italia, domani il centro e parte del sud e conclusione il 15 giugno per Calabria, Sicilia e Sardegna. «Non permetteremo a Federmeccanica di smontare il contratto nazionale», dicono i segretari regionali di Fim, Fiom e Uilm, rispettivamente Alessandro Beccastrini, Massimo Braccini e Vincenzo Renda. «Non è in discussione solo l’entità dell’aumento salariale, quanto l’impostazione stessa della contrattazione. Ci propongono uno schema che esclude dall’aumento in busta paga più del 90% dei lavoratori. Ma se i lavoratori non hanno soldi in tasca da spendere, com’è possibile far ripartire i consumi e l’economia di questo Paese ?».

Il nodo del ccnl «Il contratto nazionale –aggiungono i tre segretari – è sempre stato una sorta di accordo tra produttori, aziende e lavoratori, contro la concorrenza sleale: una base di salario, diritti e sicurezza sotto la quale non si può andare. Facendolo saltare si aprono le porte al dumping più sfrenato, a danno dei lavoratori ma anche delle aziende migliori. In Toscana sulle vertenze significative, dalla Kme alla Lucchini, siamo sempre stati uniti. Il fatto che lo siamo stavolta anche sul contratto rafforza le ragioni della nostra mobilitazione».