La Regione Toscana ha dato parere positivo per il rilascio di nuove autorizzazioni all’inceneritore di Scarlino. La Giunta guidata dal presidente Enrico Rossi si è riunita lunedì nei palazzi fiorentini e forte della relazione tecnica stilata dai componenti della conferenza dei servizi, che già avevano dato il loro benestare una ventina di giorni fa, ha formalizzato il suo lasciapassare, per la gioia dei sessanta dipendenti della Scarlino Energia e tutto l’indotto e la delusione non solo dei comitati ambientalisti ma anche dei Comuni di Follonica e Scarlino, da subito schierati per la riaccensione dei forni, che dovrebbe avvenire a inizio novembre: giusto il tempo di dare il via agli interventi di manutenzione su un impianto fermo da gennaio.
Un copione già visto Era l’inizio del 2015 infatti quando la sentenza del Consiglio di Stato ribaltava la decisione dei giudici del Tar, annullando le autorizzazioni di Via e Aia a Scarlino Energia rilasciate dalla Provincia di Grosseto (allora competente in materia di rifiuti) senza le certificate precauzioni circa le ricadute sul territorio e la salute dei cittadini. Un copione visto tre volte e per tre volte (con ieri) le istituzioni hanno rinnovato le autorizzazioni. «La Regione ha dato pronuncia positiva di compatibilità ambientale (Via) e rilasciato l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) con prescrizioni e raccomandazioni per l’esercizio del termovalorizzatore – si legge in nota diffusa da Firenze –. L’atto è stato approvato dalla Giunta regionale in base alle risultanze emerse al termine di un’istruttoria tecnica condotta nell’ambito della Conferenza dei Servizi appositamente indetta e di un procedimento che ha visto anche l’istituzione di un’inchiesta pubblica».
Il fronte del No Già, la conferenza e l’inchiesta pubblica: due procedimenti paralleli e tormentati che hanno scaldato ancor di più l’estate nell’alta Maremma. In entrambi i casi, infatti, la società e i dipendenti si sono trovate da sole contro l’agguerrito fronte del No, dove hanno preso posizione oltre a comitati e associazioni di categoria anche i due Comuni, convinti che quelle precauzioni raccomandate dal Consiglio di Stato non fossero presenti nel nuovo progetto presentato da Scarlino Energia. Nel mezzo ai due procedimenti, l’Asl e l’Arpat, che non hanno mai trovato (pur ammettendo dei limiti oggettivi nel poter fare una ricerca approfondita) un cavillo per non dare un parere positivo. In compenso, vista la mole di osservazioni presentate da organi tecnici e oppositori, insieme alle nuove autorizzazioni arrivano diverse prescrizioni con cui la società ora dovrà fare i conti. «L’iter – continuano da Firenze – si è svolto secondo le modalità e le scadenze previste dalle norme garantendo forme di partecipazione e l’espressione delle valutazioni tecniche da parte di tutti i soggetti coinvolti». Gli stessi che ora per buona parte già annunciano ricorso al Tar. «Non c’erano i presupposti per rilasciare queste autorizzazioni: nel progetto presentato da Scarlino Energia non c’è nessun miglioramento tecnologico all’impianto, né è previsto l’ingresso di nuovi soci o di una ricapitalizzazione – dice l’avvocato Roberto Fazzi, a capo della class action contro l’inceneritore – Noi presenteremo sicuramente ricorso perché non sono state rispettate le indicazioni date dal Consiglio di Stato. Siamo profondamente delusi per la decisione delle istituzioni».