Due attori che rappresentano frammenti delle vite di tre coppie scosse, a diverso titolo e ragione, dalla strage di Utoya alternando i ruoli solo con l’aiuto di una giacca, tolta, rimessa e poi tolta, di un paio di occhiali inforcati e poi ricacciati in tasca. Solo due attori, una scenografia essenziale, un dialogo serrato e senza interruzioni per calamitare l’attenzione non solo sulla strage nella quale il 22 luglio 2011 vennero uccisi 69 ragazzi laburisti impegnati in un raduno sull’isola di Utoya, in Norvegia.

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Arianna Scommegna e Mattia Fabris

Arianna Scommegna e Mattia Fabris raccontano, alternandoli con un ritmo che non concede pause, il dolore, l’indifferenza e lo stordimento di tre coppie travolte da una strage che mette in crisi antiche e consolidate certezze dell’universo scandinavo. Stereotipi travolti da un evento “impossibile” che, appena passata l’incredulità, mette le tre coppie a nudo, in faccia alle proprie certezze crollate. Di fronte al doppio orrore: quello di una strage e quello di un crimine atroce e premeditato perpetrato da “uno di noi”.Commesso da un norvegese di cui fa orrore pronunciare perfino nome e cognome. Un orrore che confina pericolosamente con la rimozione.

“Utoya”, un testo di Edoardo Erba di scena al Teatro Magnolfi di Prato, ha il merito di riportare alla memoria una strage troppo presto dimenticata e di scavare dentro una società, quella norvegese, che si riteneva immune al contagio della violenza, inconsapevole del pericolo costituito da una xenofobia strisciante e in apparenza ingenua e popolaresca.

UTOYA1Il testo, messo in scena dalla regia di Serena Sinigaglia, prende spunto da un libro che un giornalista italiano, Luca Mariani, ha voluto dedicare a Utoya; “Il silenzio sugli innocenti” scava dentro le pieghe di questa storia troppo presto scomparsa dalla coscienza collettiva europea: la strage compiuta da “uno di noi” che è meglio dimenticare e archiviare in fretta anche dal punto di vista giudiziario, senza scandagliare troppo su appoggi e complicità.

“Utoya” è in scena al teatro Magnolfi di Prato fino a domenica 25 ottobre (spettacolo feriali ore 21.00, sabato e domenica ore 19.00, lunedì riposo). Uno spettacolo che Arianna Scommegna e Mattia Fabris hanno il merito di far vivere con intensità e partecipazione in un teatro, il Magnolfi, che è una deliziosa bomboniera che mette in simbiosi completa attori e pubblico.