Riaprire la Conferenza Stato-Regioni per individuare procedure omogenee ed uniche a livello nazionale in grado di ridurre i tempi delle certificazioni sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento e dare diagnosi con tempistiche certe e improntate alla qualità. E’ la proposta emersa al termine della tavola rotonda “Le Certificazioni sono davvero diagnosi funzionali di qualità?” all’interno del 24esimo congresso AIRIPA, Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento in corso a Pesaro, moderata dal Consigliere nazionale e presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana Lauro Mengheri.

«Cresce di anno in anno il numero degli alunni con disturbi di apprendimento DSA (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia) – ha detto il presidente del Consiglio Nazionale degli Psicologi Fulvio Giardina – al punto che oggi, in media, si conta uno studente per classe in ogni ordine o grado di istruzione. Di contro la presa in carico dei servizi pubblici fa sempre più fatica a dare risposte. Molti CUP sono chiusi anche per un anno e le certificazioni assumono sempre più frequentemente un carattere esclusivamente nosografico. Di fatto la scuola ha sempre meno indicazioni per impostare la didattica. Allo stato attuale l’insoddisfazione è piuttosto forte e riguarda tutti clinici, famiglie e scuola». La direttive ministeriali, infatti, prevedono che i DSA vengano prima certificati e poi venga attivato uno specifico Piano didattico personalizzato da parte degli insegnanti.

«A volte a scuola – aggiunge Lauro Mengheri – si incontrano alcune resistenze rispetto alla redazione di un Piano Didattico Personalizzato anche per gli alunni con bisogni educativi speciali diversi dai DSA, soprattutto perché viene visto da alcuni insegnanti come l’ennesimo adempimento burocratico da dover svolgere. In realtà il piano non è soltanto una tutela dell’alunno, ma anche e soprattutto una tutela per la scuola, che può così dimostrare di aver applicato gli aiuti previsti dalla normativa. Sono infatti sempre più frequenti i casi di contenzioso che, come riportato in un recente documento dell’Ufficio Scolastico del Piemonte (nota 8935 del 4/11/2014), portano la scuola a dover rispondere».

 

«Uniformità delle normative regionali prendendo spunto dalle regioni più virtuose – auspica il Direttivo l’associazione italiana ricerca e intervento nella psicopatologia dell’apprendimento (AIRIPA). Questo passo garantirebbe il riconoscimento del ruolo dello psicologo esperto di DSA nel processo diagnostico che porta all’attivazione degli aiuti scolastici che la legge 170/10 prevede. Tale ruolo, infatti, in alcune regioni è salvaguardato dalle normative mentre in altre fatica ad essere riconosciuto, tanto che la stessa associazione ha promosso dei ricorsi al TAR. Prendere spunto dalle normative delle regioni più garantiste delle diverse professionalità offrirebbe ai ragazzi con DSA e alle loro famiglie la possibilità di scegliere in modo autonomo il professionista evitando l’obbligo di rivolgersi ad alcune strutture che non sempre hanno liste d’attesa snelle ed ottenendo un percorso di qualità». Di fatto anche l’Ordine degli Psicologi del Veneto, a supporto dell’azione legale, ha deciso di costituirsi “ad adiuvandum” a garanzia della professione, con l’obiettivo di ribadire che la diagnosi rientra tra gli atti tipici degli psicologi.

 

Dall’ultima indagine del MIUR (febbraio 2013) relativa agli Anni Scolastici 2010/2011 e 2011/2012 – (“Elaborazione su dati del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale per gli Studi, la Statistica e i Sistemi Informativi”) – emerge che nell’A.S.2011/12 le diagnosi di Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) consegnate a scuola erano 90.030 (l’1,2% della popolazione scolastica), con un aumento di 24.811 alunni (il 37%) rispetto all’anno scolastico precedente (65.219 – 0,9 della popolazione scolastica). La presenza maggiore si rileva nella scuola secondaria di I grado (27.630, pari all’1,5%), seguita dalla scuola primaria (21.933, pari allo 0,8 %) e dalla secondaria di II grado (15.656, pari allo 0,6%). Il dato che emerge con evidenza è l’incremento del numero di alunni con DSA nella scuola secondaria di II grado (+ 8.547 unità, pari a + 54%). Anche nella scuola secondaria di I grado si registra un incremento numerico consistente, con + 10.919 (+ 39 %) alunni con DSA. Gli alunni con DSA sono in costante aumento, da quando i disturbi sono stati riconosciuti anche dalla legislazione nazionale (legge 170 dell’8 ottobre 2010) all’anno in cui si fermano i dati statistici del Miur (2012). Un incremento che non si è fermato secondo gli esperti e la letteratura scientifica al punto che oggi il disturbo sarebbe riscontrabile in un 5% della popolazione scolastica.