protesta-cadla1Anche gli ultimi dipendenti toscani del gruppo 2G rimasti senza lavoro possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Sì, perché è arrivato il gruppo Grandi Magazzini Fioroni (GMF) a rilevare i quindici punti vendita rimasti fuori dalle trattative con Conad. GMF è una società del Gruppo Unicomm presente in sette regioni d’Italia con una rete di cash and carry, discount, piccoli negozi di quartiere e ipermercati, per un complessivo di oltre 6mila dipendenti. In Umbria e Toscana il gruppo è presente con il marchio Emi.

cadla_arezzoEntro dicembre riaprono tutti i punti vendita 2G Era il luglio 2014 quando ad Arezzo scoppiava il caso Cadla-2G, con il crollo della catena di supermercati e della piattaforma logistica Cadla. Circa 800 i lavoratori coinvolti nella vicenda, una delle più gravi mai viste in provincia di Arezzo. A parlare dell’accordo tra GMF e 2G è Marco Bendoni di Filcam Cgil, sindacalista che segue la vertenza: «Grandi Magazzini Fioroni farà ripartire tutti i punti vendita 2G entro dicembre 2015 – spiega -: dire che siamo soddisfatti è dire poco. Inizieremo con l’impiego del 60% del personale ex-2G, con l’obbiettivo di reinserire anche il restante 40%. Stiamo parlando del futuro di cento lavoratori, non una cosa da poco. Tra questi dipendenti ci sono anche quattordici aretini che torneranno subito al lavoro». Tra i punti vendita di cui parla Bendoni ci sono anche il negozio strategico di Pescaiola ad Arezzo e il megastore di Castiglion Fiorentino.

Cadla, il futuro di 140 lavoratori appeso a un filo Dopo la bella notizia dei punti vendita ex-2G non manca la doccia gelata: per la piattaforma logistica Cadla ancora niente da fare. I 140 dipendenti sono a casa da più di un anno e la cassa integrazione si concluderà a febbraio 2016. «Per la piattaforma logistica ancora nulla da fare – dichiara Bendoni –. Da un lato siamo pieni di gioia per l’accordo che riguarda i negozi, dall’altro siamo molto preoccupati per il futuro dei dipendenti Cadla. Bisogna ammettere che ancora non siamo riusciti a trovare nessuna soluzione per Cadla, nessun interessamento da parte degli imprenditori. I 140 lavoratori della piattaforma sono appesi ad un filo sempre più sottile. Nell’immediato non sembrano esserci sviluppi positivi. Non essendo riusciti a stabilire un contatto fruttuoso e risolutivo con le imprese, è il caso che scenda in campo la politica. Basta chiacchiere. È il momento che si muovano le istituzioni. Il sindacato non si vergogna di chiedere aiuto alla politica, anzi. Vogliamo che le belle parole espresse nei nostri tavoli comuni siano affiancate da azioni concrete capaci di calamitare l’attenzione degli imprenditori».