All’indomani dell’addio di Strabag, il gigante austriaco delle costruzioni che avrebbe dovuto finanziare il completamento della Due Mari, Anas si fa i conti in tasca non trovando altro che “spicci”. Un miliardo e 60 milioni di euro. È questa la cifra – irrisoria per questa grande opera – che Anas si ritrova a disposizione. Stando così le cose, del completamento non se ne parla nemmeno.
Dall’inizio dei lavori negli anni ’60 La vicenda della E 78 è stata a dir poco travagliata. La grande opera strategica per il Centro Italia che avrebbe dovuto collegare Fano a Grosseto, attraversando Toscana, Umbria e Marche, non è mai decollata davvero, procedendo più a colpi di campagne elettorali che non di costruzioni. Del tracciato di 270 km – di cui il 65% in Toscana, il 30% nelle Marche ed il 5% in Umbria – ad oggi ne sono ultimati e percorribili solo 127 km, e tutti a “spizzichi e bocconi”. Da progetto, il tracciato della E 78 nasce sulla via Aurelia all’altezza di Grosseto e si conclude sull’Autostrada Adriatica A14, in corrispondenza del casello di Fano, nelle Marche. Il progetto era quello di attraversare il centro Italia, collegando i due mari Tirreno e Adriatico, unendo le città di Siena ed Arezzo in Toscana, Urbino e Fano nelle Marche ed intersecando la E45 e la fondovalle del Metauro in provincia di Pesaro ed Urbino. A causa di contenziosi legali, indecisioni sul tracciato e finanziamenti latitanti, la strada è incompleta e sembra destinata a rimanere tale.
In perenne progettazione Dopo l’abbandono del project financing da parte di Strabag, il miliardario piano di investimenti che prevedeva l’allacciamento della quattro corsie da Rigomagno alla E45 – passando per il breve tratto fuori Arezzo che collega Palazzo del Pero a Le Ville di Monterchi – è bloccato. Anas nel suo sito ufficiale parla ancora di progettazione per 52 km di strada, suddivisi in 9 lotti per un importo di circa 2 miliardi e 320 milioni di euro, in attesa di approvazione da parte del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) e relativo finanziamento; insieme a questi ci sono altri 79 km, suddivisi in 6 lotti per un importo di circa 2 miliardi e 45 milioni di euro, che risultano in fase di progettazione.
La strada infinita In parole semplici, restano da completarsi e collegarsi i tratti da Siena a Grosseto, il congiungimento tra la Siena-Grosseto e la Siena-Bettolle. Il tratto che dovrebbe collegare Rigomagno con Arezzo (San Zeno) non è mai stato realizzato, né progettato e ad una prima stima i lavori dovrebbero ammontare a 240 milioni di euro.
I km della discordia Da sempre la nota più dolente di questa vicenda tutta italiana è l’ultimo tratto della E78 in territorio tosco-umbro, quello che in provincia di Arezzo avrebbe dovuto collegare Le Ville di Monterchi con l’imbocco della E 45 “Orte-Ravenna”, per un costo pari a 1 miliardo e 45 milioni di euro. La stessa Anas lo definisce: “la principale criticità relativa all’intero itinerario, poiché, conseguentemente alla divergenza delle posizioni tra le due regioni Toscana ed Umbria territorialmente competenti, non si è individuato un tracciato preferenziale sul quale sviluppare la progettazione”. Le diatribe durate circa quarant’anni si sono spente nel 2010, e solo dopo l’istituzione di una Commissione tecnica mista con le Regioni interessate presso il Ministero delle Infrastrutture. Nel maggio 2010 Umbria e Toscana avevano finalmente un tracciato comune condiviso sul quale avviare la progettazione preliminare. Lo sciogliersi dei nodi tra Umbria e Toscana ha portato anche a sbloccare parzialmente nel 2010 l’iter realizzativo del successivo tratto terminale umbro-marchigiano, comprendente la galleria della Guinza al confine tra Umbria e Marche, altro punto critico del progetto.
La galleria della Guinza è divenuta famosa negli anni per le numerose proteste che l’hanno interessata. L’infrastruttura ad oggi non è ancora in uso. A circa venti anni dall’inizio del traforo, la galleria deve essere ancora ultimata. Il suo stato blocca di fatto i tratti successivi della E 78 fino a Mercatello-Santo Stefano di Gaifa nelle Marche.
Di tutte le decine di miliardi necessari per la fine dei lavori, e il collegamento dei singoli segmenti realizzati nelle tre regioni, Anas è in possesso solo di un miliardo e sessanta milioni di euro. Da ora in poi, visto che si parla dello scioglimento di Centralia – la società fondata dalle Regioni Toscana, Marche, Umbria e da Anas proprio allo scopo di portare a compimento la E78 – le tre regioni interessate lotteranno per aggiudicarsi le ultime risorse rimaste. Malgrado il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Riccardo Nencini abbia promesso il completamento con raddoppio del traforo della galleria della Guinza, l’assessore ai trasporti della Regione Toscana, l’aretino Vincenzo Ceccarelli, è di tutt’altra idea. Ceccarelli sostiene che gli ultimi fondi rimasti dovrebbero essere investiti nell’aretino, per la realizzazione della nuova tangenziale di collegamento dall’uscita dell’A1 di Battifolle fino a Palazzo del Pero, dove c’è già il tratto di superstrada che porta a Le Ville. Altra opzione sarebbe quella di realizzare il tratto stradale che da Le Ville porta alla E 45 e all’Adriatico.
Dichiarazioni a parte, rimane una grande amarezza. Dopo mezzo secolo di storia d’Italia, battaglie e rivendicazioni, della Due Mari cosa resta? Un’altra costosa e inutile incompiuta?