Museo dell'Opera del Duomo FirenzeUn trasporto spettacolare per portare la Porta Nord del Battistero di Firenze dai laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure alla sua destinazione finale: il nuovo Museo dell’Opera del Duomo a Firenze, che aprirà al pubblico il 29 ottobre 2015. Il trasporto, effettuato in notturna tra il 10 e l’11 settembre, ha richiesto 2 viaggi uno per ogni anta del peso di 4 tonnellate, a cui va aggiunto quello delle “gabbie” metalliche progettate per sostenerle e proteggerle, per un totale di circa 7 tonnellate a viaggio. Dal prossimo novembre, per motivi di conservazione, la replica della Porta Nord, eseguita ad arte dalla Galleria Frilli di Firenze, andrà a sostituire l’originale sul Battistero, come fu per la Porta del Paradiso nel 1990.

L'arrivo della porta nella sede dell'Opificio Il primo restauro dopo 600 anni Restaurata per la prima volta dopo 600 anni dalla sua realizzazione, l’intervento  sulla Porta Nord ha ottenuto dei risultati eccezionali, al di là di ogni aspettativa: sotto lo sporco e le incrostazioni superficiali di secoli è riemersa la splendida doratura originale presente nei rilievi scultorei delle 28 formelle, nelle testine di Profeti e Sibille e nel bellissimo fregio a motivi vegetali brulicante di piccoli animali. Di eguali dimensioni monumentali della Porta del Paradiso, la Porta Nord misura 3 metri di larghezza per 5 di altezza, ognuna delle 2 ante è del peso di oltre 4 tonnellate per un totale di 9.

Museo dell'Opera del Duomo FirenzeLe Storie del Nuovo Testamento rappresentate sulla porta Simbolo dell’inizio del Rinascimento, la Porta Nord è la seconda in ordine di tempo, dopo quella di Andrea Pisano (1330 – 1336), e antecedente alla Porta del Paradiso (1426 – 1452), fu affidata a Lorenzo Ghiberti dopo aver vinto il celebre concorso indetto, nel 1401, dall’Arte di Calimala da cui uscì perdente Filippo Brunelleschi. Ghiberti vi lavorò dal 1402 al 1424, aiutato dal padre e orafo Bartoluccio, e da una serie di aiutanti, tra cui il giovane Donatello. La Porta che rappresenta le storie del Nuovo Testamento, riprende fedelmente lo schema di quella di Andrea Pisano con 28 formelle istoriate a cornice mistilinea (quadrilobo), disposte in sette file di quattro, 14 per ogni anta. Nelle formelle in basso sono, invece, rappresentati i 4 Evangelisti e i 4 Dottori della Chiesa. Il telaio contiene, agli angoli delle formelle, 47 testine di Profeti e Sibille, sei per fila tranne l’ultima in basso che ne presenta solo cinque. Tra queste l’autoritratto del Ghiberti raffigurato con un  turbante. Nei più di venti anni che Lorenzo e la sua bottega lavoreranno a questa impresa lo stile ghibertiano evolverà da quello gotico delle prime scene a quello interamente rinascimentale delle ultime.