In Toscana si differenzia ancora troppo poco. A dirlo sono i numeri che raccontano di un meccanismo di smaltimento rifiuti poco oliato che ferma la regione, al 2013, a quota 42%. Troppo poco se si pensa che l’obiettivo è raggiungere nel 2020 il traguardo europeo del 70% di raccolta differenziata.
Le province che differenziano di più, male quelle toscane E così non c’è da stupirsi se nelle statistiche del Catasto dei rifiuti istituito per legge presso Ispra, nella classifica di 110 città italiane che differenziano di più, bisogna arrivare al 49esimo posto per trovare una città Toscana: Firenze. Non vanno meglio le altre: Lucca si classifica 54esima, Prato 56esima, Pisa 62esima, Pistoia 66esima, Siena 67esima (precede solo di una posizione Napoli), Livorno 75esima, Massa 77esima, Arezzo 78esima e Grosseto 80esima. Sul podio italiano tre città del Nord: Treviso, Pordenone e Belluno. Nel dettaglio, poi, si scopre che Firenze differenzia il 49,37% dei rifiuti che produce, mentre Siena “solo” il 39,42%, Arezzo il 32% e Grosseto addirittura il 30,75%.
La Toscana tra le regioni che “sporcano” di più A livello regionale la Toscana è, dopo l’Emilia Romagna (625,3 kg), il territorio che in Italia “sporca” di più, dove si producono 595,6kg di rifiuti urbani pro capite l’anno. Di questi il 42% è avviato a differenziata e a far la parte del leone è l’organico (39,4%) seguito da carta e cartone (28,6%). Ancora poco diffusa la raccolta differenziata di apparecchiature elettriche e elettroniche (1,5%), se si pensa che in Liguria e in Valle d’Aosta se ne differenzia il 3%. E forse qualche spunto di riflessione dovrebbe nascere in chi è responsabile di elaborare le strategie che dovrebbero sensibilizzare e invogliare i cittadini a smaltire e differenziare correttamente i rifiuti: la Toscana che si considera terra all’avanguardia e che si scandalizza all’arrivo per lo smaltimento negli impianti della provincia di Siena di rifiuti dalla Calabria, in tema di differenziata si vede superata dalla Campania (44%), Marche (55,5%), Sardegna (51%), Umbria (45,9%). Regioni che forse hanno chiacchierato meno e convinto di più i cittadini della bontà della differenziata e del riciclo per un ambiente e un pianeta migliore.