Davide Usai, nuovo dg della Fondazione Mps
Davide Usai, nuovo dg della Fondazione Mps

«Vogliamo concentrarci su 1 o 2 grandi progetti in grado di generare ricadute sul territorio». Si è presentato così questa mattina alla città il nuovo direttore generale della Fondazione Mps Davide Usai. I progetti saranno avviati dal 2016 e i settori ai quali saranno rivolti sono «agrifood, biotecnologie, beni culturali, turismo e welfare» ha spiegato Usai evidenziando l’intenzione «di coinvolgere soggetti privati che vogliono sposare i progetto».

Granata lascia e ringrazia «La Fondazione Mps dovrà fungere da moltiplicatore dei finanziamenti anche attraverso il reperimento di risorse esterne e da motore e promotore dei progetti» ha sottolineato Usai che s’insedia ufficialmente oggi a Palazzo Sansedoni in sostituzione di Enrico Granata che ha ricoperto il ruolo di direttore generale per 20 mesi. Granata, nel salutare le Deputazioni Amministratrice e Generale e i rappresentanti degli enti designanti, ha ringraziato «per la collaborazione e la professionalità dimostrate». «Lascio una Fondazione Mps risanata e ristrutturata» ha detto.

Il presidente Clarich con il nuovo dg Davide Usai
Il presidente Clarich con il nuovo dg Davide Usai

La nuova mission della Fondazione Il presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich, presentando il nuovo direttore generale selezionato tra 47 curricula, ha specificato che il suo profilo «rappresenta una scelta diversa dalla tradizione e orientata nella direzione della nuova mission della Fondazione Mps». Il presente, però, è anche fatto di voci che vorrebbero Banca Mps in cerca di un partner con cui aggregarsi. «Venderei fumo se dicessi di essere a conoscenza di informazioni dirette» ha risposto il presidente Clarich ai giornalisti che gli chiedevano se fosse a conoscenza di possibili partner per il processo di aggregazione di banca Mps. «Sembra non esserci la fila di pretendenti – ha aggiunto Clarich – dobbiamo essere realisti, non possiamo condizionare un processo che avviene in un contesto diverso rispetto a qualche anno fa di mercato unico e vigilanza europea». Il numero uno di Palazzo Sansedoni ha poi sottolineato come la Fondazione Mps detenga attualmente l’1,49% del capitale azionario della banca per cui spera un ritorno alla redditività  il prima possibile, sia come soci che per l’esecuzione del nostro mandato istituzionale. Possibilmente l’anno prossimo, ma non possiamo essere eccessivamente ottimisti» ha detto. E in merito ai rumors su Banco Sabadel Clarich ha risposto: «Non ne so nulla».

Ampliamento patto, allo studio tutti gli scenari Nel corso dell’incontro il presidente Clarich ha spiegato che i vertici e l’advisor della Fondazione Mps stanno valutando tutti gli scenari in ordine alla possibilità di sottoscrivere un nuovo patto di sindacato con i componenti del vecchio patto (Btg Pactual e Fintech Advisory) ed eventuali nuovi soci, ma prima di entrare nel merito del patto di sindacato, la Fondazione aspetta l’assemblea dei soci della banca in programma il prossimo 15 settembre. «Aspettiamo che si chiuda questo momento importantissimo per la banca per poi valutare tutte le opportunità – ha dichiarato – Ieri, sia in Deputazione Amministratrice che in Deputazione Generale, abbiamo discusso se sia di maggiore interesse per la Fondazione stare all’interno di un patto oppure no e il mandato che io e il direttore generale abbiamo è di fare un’esplorazione a tutto campo, insieme al nostro advisor». Sul rinnovo del patto di sindacato con i vecchi componenti Clarich ha sottolineato come sia «evidente che dovremmo rinegoziarlo a partire da condizioni diverse perchè quando è stato sottoscritto la Fondazione vendeva e aveva quindi un potere contrattuale più forte.Inoltre, un patto si fa per specifici fini: il rinnovo dei vertici c’è appena stato e se ne riparlerà fra tre anni e un patto di consultazione con Btg Pactual e Fintech di fatto c’è già».

«Minusvalenza della liquidità della Fondazione»  Gli investimenti della liquidità della Fondazione Mps «registrano una minusvalenza ma all’interno dei margini del rischio accettabile» ha poi aggiunto il presidente Clarich. «Abbiamo scelto un profilo di rischio prudente, questo tipo di redditività va valutata non nel brevissimo termine ma con una prospettiva di più lungo periodo».