menssanaA poco più di due mesi dalla festa sul parquet di Forlì per la promozione in A2 la Mens Sana si ripresenta ai nastri di partenza per il raduno ufficiale della squadra. Un solo superstite dal gruppo dello scorso anno, Alex Ranuzzi, e nove giocatori nuovi che dovranno affrontare la sfida di un campionato per la prima volta con 32 società. Una squadra formata per la maggior parte da ragazzi giovani (i cosiddetti Under) ancora da costruire e con poca esperienza alle spalle, ma con la voglia e la determinazione di chi sa di essere arrivato a una tappa fondamentale della propria carriera. Lo sa anche coach Alessandro Ramagli: «Sarà un’annata lacrime e sangue in cui se non sei un gruppo naufraghi – ha commentato sul parquet che a breve lo vedrà protagonista – L’obiettivo vero è pensare a una partita per volta, perché non possiamo guardare troppo oltre. Dobbiamo sapere che possiamo battere chiunque e che possiamo perdere con chiunque».

Un nucleo giovane e l’arrivo di Bryant Lo staff tecnico, con l’aggiunta di Andrea Monciatti come assistente accanto a Matteo Mecacci, è di primissimo livello, questo sarà uno dei punti di forza di un gruppo che per fare bene dovrà crescere durante tutta la stagione. «La società ha voluto investire fortemente sullo staff, per fare in modo che giocatori ancora acerbi vengano cresciuti e allenati nel modo migliore» ha detto Mecacci, nella nuova veste di assistente dopo aver conquistato la promozione da capo allenatore lo scorso anno. In attesa di sponsor e investitori che possano immettere preziosa liquidità nelle casse della società, la Mens Sana ha fatto la scelta più saggia: puntare su un nucleo giovane su cui lavorare e investire, contornarlo di elementi di esperienza (come Borsato, Ranuzzi e Diliegro) e di due americani con molti punti nelle mani. Corrisponde a questo profilo Darryl Bryant, ultimo acquisto biancoverde ancora da ufficializzare che però si unirà alla squadra nei prossimi giorni.

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Alberto Cacace

Cacace: «Non vedevo l’ora di firmare» «Appena mi è arrivata l’offerta ero agitato. Ne ho parlato con la famiglia ma non vedevo l’ora di firmare, volevo entrare in questo palazzetto da giocatore biancoverde». Parole di Alberto Cacace, classe 1996, che spiegano bene il fascino che la Mens Sana esercita ancora nei giocatori, nonostante tutte le difficoltà attraversate negli ultimi anni. Sicuramente queste motivazioni assieme a caratteristiche intriganti nel roster potrebbero far togliere qualche soddisfazione in Viale Sclavo, ma è anche vero che la stagione alle porte è prima di tutto di stabilizzazione. Il presidente Marruganti qualche tempo fa lo aveva chiamato «un anno uno dopo l’anno zero alle spalle» e in effetti gli sforzi societari sono a tutto tondo. Coinvolto anche il settore giovanile, completamente ristrutturato dal ritorno di Michele Catalani che ha riaperto una foresteria per otto giocatori e che sta cercando di reclutare anche all’estero in questi giorni. Sono i primi passi, quelli fondamentali per creare le giuste basi per una società che ha una grande storia alle spalle ma che di fatto è appena nata. Un paradosso che potrebbe schiacciare o esaltare la squadra di coach Ramagli, a questo punto non ci resta che aspettare.