«Sono molto soddisfatto, è stata un’edizione bellissima e ricca di spunti, sia per i luoghi scelti per gli spettacoli che per la presenza di un pubblico attento che ha dimostrato di capire la nostra proposta culturale e di intrattenimento che puntava ad affermare i linguaggi della contemporaneità con luoghi simbolici e paesaggi straordinari e famosi in tutto il mondo». Così Lorenzo Luzzetti, direttore artistico del Festival della Valdorcia, giunto alla sua XX edizione e che si è concluso a San Quirico d’Orcia, negli Horti Leonini, con il concerto del cantautore livornese Bobo Rondelli.
I protagonisti dell’edizione 2015 Il tema delle contaminazioni musicali e del teatro d’autore ha fatto salire sul palco toscanacci come Rondelli o Anna Meacci a Torrenieri o Ascanio Celestini a Pienza, che si sono sapientemente uniti alle sonorità del violoncello di Naomi Barrill in piazza del teatro a Radicofani o la musica elettronica di Teho Teardo nel Parco della Rimembranza a Castiglion d’Orcia. Come accade dal 2007, poi, è stato rinnovato il gemellaggio d’amicizia con i solisti del MusicalGiglio, festival di musica classica che si svolge all’Isola del Giglio nel medesimo periodo.
Funziona il connubio Valdorcia-linguaggi d’arte «Luoghi di per sé magici e suggestivi – continua Luzzetti – che si sono caricati ancora di più di significato con le serate del Festival. Penso in particolare al concerto di Teardo nei giardino che ricorda i caduti della Prima guerra mondiale nel centenario, a Celestini nel cortile dell’ex Conservatorio a Pienza mentre il sole tramontava sulla Rocca di Radicofani o a Bobo Rondelli agli Horti Leonini mentre è in corso la mostra di scultura “Forme nel Verde”. Questa formula è, dunque, vincente e dobbiamo senz’altro replicarla in futuro, come ci chiede il pubblico che, locale o venuto appositamente, ha dimostrato di comprendere e apprezzare. Ringrazio i Comuni che hanno sostenuto il progetto e anche gli sponsor privati che hanno dimostrato di anno in anno di credere in questa formula».