Una class action nei confronti di enti e amministratori che hanno consentito l’aumento ingiustificato delle tariffe sui rifiuti. È la proposta avanzata dal Psi senese, reduce da un incontro con il direttore generale dell’Ato rifiuti Toscana Sud Andrea Corti che però non ha eliminato i dubbi della delegazione socialista. «Negli ultimi anni i cittadini hanno dovuto sostenere costi abnormi – dice Stefano Neri – quando invece ci hanno sempre raccontato che prima la cessione in esterno del servizio da parte dei Comuni, poi l’aggregazione delle società, quindi l’incremento della raccolta differenziata avrebbero dovuto consentire contenimento dei costi ed economie di scala. Ognuno di noi può guardare le proprie bollette di adesso e confrontarle con quelle di qualche anno fa, per valutare l’impennata sproporzionata dei costi».
L’affidamento a Sei Toscana, un caso politico Sotto la lente d’ingrandimento il contratto di gestione per l’affidamento del servizio a Sei Toscana, finito anche al centro di un’inchiesta della Corte dei conti in seguito a un esposto del Movimento 5 Stelle. «Nei Piani finanziari approvati dai Comuni – prosegue Neri – saltano agli occhi alcune voci difficilmente spiegabili, come l’elevata incidenza degli ammortamenti e l’enorme impatto dei costi di gestione generali». Una voce che si aggira tra il 25 e il 30%, afferma Neri: l’esempio del capoluogo, ad esempio, è di 4 milioni di euro sui 14,2 generali. Dati che incidono direttamente sui cittadini, perché in tutti i Comuni è previsto che l’intero importo del contratto con Sei Toscana venga ripagato dalle bollette.
Il Psi senese propone class action Da qui l’ipotesi di una class action a tutela degli utenti. Solo una provocazione? «Noi contiamo che questa iniziativa possa contribuire a far smuovere la situazione – afferma Neri – perché ci sono troppi elementi che non tornano, come la remunerazione del giusto guadagno che cresce con l’aumentare dei costi: ma così i cittadini pagano due volte. Crediamo che in questi anni, per motivi politici, le amministrazioni locali abbiano chinato troppo la testa e accettato tutto quello che veniva loro propinato». Class action o no, c’è da scommettere che le polemiche non finiranno qui. Anche perché il contratto (stipulato al termine di un acceso confronto tra Ato e Sei) prevede un aumento progressivo dei costi per le amministrazioni nei prossimi anni. E quindi un aumento parallelo delle bollette per i cittadini e le imprese.
[articolo pubblicato su La Nazione – Siena del 4 agosto 2015]